Il SUNIA di Catania (il sindacato degli inquilini) ritiene che ci siano “gli estremi per un’azione legale contro l’ordine di sgombero comunicato ieri  alle 26 famiglie delle Forze dell’Ordine che abitano gli alloggi di viale Bummacaro 3 a Librino”. Una situazione incresciosa per questi nuclei familiari che da un giorno all’altro – a meno di sorprese dell’ultima ora – saranno costretti ad abbandonare le loro case a causa dell’azione legale promossa nei loro confronti.

Giusi Milazzo, segretaria provinciale del SUNIA Cgil dice: “Da lato la Regione Sicilia sta per dare attuazione a quanto previsto dalla finanziaria 2020 all’art.21 comma 4 (come aveva rassicurato nei mesi scorsi il presidente Musumeci a tutela degli inquilini), dall’altro porta avanti l’azione di sequestro dell’immobile e il conseguente ordine di rilascio degli appartamenti” .

“Una storia contorta – afferma il sindacato – e per molti versi amara che giunge a conclusione di un percorso lungo  7 anni ma che per il SUNIA contiene un aspetto molto grave: “Se le azioni dei diversi uffici della Regione si muovono in direzioni opposte e in contraddizione non può essere in caso – spiega Milazzo – . Abbiamo già chiesto al Presidente della Regione e all’assessore regionale alle Infrastrutture un incontro urgentissimo e anche organizzato un’assemblea alla presenza delle famiglie e dei  legali del Sunia per mettere a punto le azioni sia di lotta sindacale che legali  contro l’ordine di rilascio. Chiederemo anche quanto previsto dell’articolo 21 comma 4 della finanziaria 2020 per l’acquisto e l’assegnazione per queste famiglie di nuovi appartamenti in cui possano abitare mettendo fine a questa odissea”.

Con la sentenza di ieri del Tribunale di Catania e un conseguente decreto notificato alle famiglie dalla Regione siciliana, è stato disposto il sequestro degli immobili di Viale Bummacaro 3 a Librino, sino ad oggi abitati da famiglie delle Forze dell’Ordine.

“Un caso increscioso – spiega il Sunia – causato dalla disputa che dura da 7 anni: una vera e propria lite giudiziaria tra la Fasano srl e la stessa Regione Siciliana. Le famiglie dovranno sgomberare entro 15 giorni a seguito della pronuncia di primo grado, immediatamente esecutiva”.

Spiegano il segretario generale della Camera del lavoro, Giacomo Rota, e il responsabile delle Politiche abitative per la Cgil di Catania, Dario Gulisano: “Se dal lato  giuridico la legge ha fatto il suo  corso, dall’altro le famiglie che oggi si vedono intimare lo sgombero dei locali (ex rappresentanti delle forze dell’ordine), non solo si sono battute contro la mafia facendone un obiettivo di vita, ma hanno rappresentato per lunghi anni un vero e proprio presidio di legalità all’interno di un quartiere, Librino, che da sempre è considerato  a rischio illegalità e crimine” . 

Eppure secondo la Cgil di Catania, quelle  stesse famiglie che erano state per certi versi rassicurate in merito alla certezza della loro abitazione, ora, a causa delle inadempienze della Regione, hanno perso il diritto all’alloggio e si vedono etichettati come “abitanti abusivi” . 

“Con la  legge finanziaria 2020 – spiega la Cgil – era stata prevista una somma da destinare all’acquisto di  immobili  al fine di garantire un tetto a chi per anni si è speso per lo Stato. È per questo motivo che si chiede alla classe politica di far fronte a questa triste storia impegnandosi a portare a termine ciò che già era stato previsto con legge finanziaria dal presidente della Regione, Musumeci e dall’assessore regionale alle Infrastrutture, Falcone”. 

“Non dubitiamo della buona fede di questi ultimi ma dobbiamo registrare una completa assenza di comunicazione tra la Pubblica amministrazione e chi ci amministra – continuano Rota e Gulisano- e questo  si è nei fatti trasformata in una mancanza di rispetto nei confronti di chi ha speso la propria vita a lottare contro la criminalità. La Cgil ha chiesto un incontro immediato all’assessore affinché si attivino tutte le azioni necessarie per far sì che queste famiglie non siano costrette ad abbandonare i propri alloggi prima di vedersene assegnati degli altri” .

Nella foto: uno scorcio del quartiere di Librino a Catania

Angelo Conti