Con 231mila metri cubi, Belpasso si conferma “capitale del cemento” in provincia di Catania. Più dello stesso capoluogo, più di Paternò, più di Biancavilla, più di Misterbianco, che in passato dividevano la triste nomea dell’abusivismo edilizio nel territorio etneo. Un primato che Legambiente certifica e che l’edizione regionale di Repubblica riprende oggi con un articolo di Antonio Fraschilla.

“ll partito del cemento in Sicilia – si legge sul quotidiano nazionale – cresce sempre senza mai arretrare. Palazzinari e abusivi aumentano e con loro cresce anche la pressione fortissima nei confronti dell’Assemblea regionale per far passare norme e che possano sanare gli abusi o dare il via libera a nuove costruzioni in aree dove oggi non si più fare nulla”.

Legambiente nell’ultimo report “Mare nostrum” segnala in Sicilia 933 nuovi abusi edilizi nel 2019 con ben 530 persone arrestate. La Sicilia si piazza al quarto posto per illeciti edilizi subito dietro a Campania, Puglia e Lazio. “Una mole crescente – scrive Repubblica – di abusi e di abusivi che si aggiunge a numeri da record già presenti nell’Isola. Secondo un dossier aggiornato della Regione sono 25.600 le case abusive in Sicilia per 5,8 milioni di metri cubi. Nell’agrigentino i cinque Comuni con la volumetria maggiore di abusi edilizi sono Palma di Montechiaro (244 mila metri cubi), seguita da Licata, Racalmuto, Canicattì e Agrigento. Nel Nisseno sono Gela (con 282 mila metri cubi abusivi), seguita da Niscemi, Caltanissetta, Mussomeli e Mazzarino”.

Nell’Ennese in testa c’è Enna (con 19 mila metri cubi), seguono Troina, Aidone, Barrafranca e Agira. Nel Messinese in testa il capoluogo (con 110 mila metri cubi), seguito da Mazzarà Sant’Andrea, Barcellona Pozzo di Gotto, Lipari e Tortorici. Nel Palermitano in testa Carini (137 mila metri cubi abusivi, la gran parte villette a ridosso del mare), seguita da Palermo, Bagheria, Misilmeri e Partinico.

In provincia di Ragusa in testa alla classifica dei volumi abusivi c’è Modica (con 65 mila metri cubi), seguita da Comiso, Scicli, Vittoria e Acate.

Nel Siracusano, in testa il capoluogo ( 96 mila metri cubi), seguono Carlentini, Noto, Priolo Gargallo e Avola. In provincia di Trapani, in testa c’è Alcamo (171 mila metri cubi), e poi Marsala, Mazara del Vallo, Castelvetrano e Valderice.

“Il partito degli abusivi e del cemento – scrive Fraschilla – è grande e preme sull’Ars, dove proprio in questi giorni in diversi disegni di legge in materia di edilizia e urbanistica stanno arrivando proposte di norme per nuove sanatorie. Ad esempio sanando le abitazioni in riva al mare costruite anche dopo il 1976, anno di entrata in vigore della legge che vieta costruzioni entro i 150 metri dalla battigia. In questo modo, con un tratto di penna, verrebbero di colpo salvate migliaia di abitazioni sulle quali oggi pende un decreto di demolizione”.
“Dove si trovano queste abitazioni soprattutto? – si chiede il giornalista – Legambiente nel suo report fa diversi esempi: « A Triscina, nel Comune di Castelvetrano, insistono 5 mila case illegali, di cui 1.300 insanabili — denuncia Legambiente — e non è da meno il lungomare di Marsala, dove secondo il censimento del Comune ci sono non meno di 500 immobili colpiti da un ordine di abbattimento. Altro luogo di abusi è l’oasi del Simeto e l’area attorno alla Scala dei Turchi a Realmonte».

“Ma in tutta la Sicilia – prosegue Repubblica – ci sono abitazioni costruite dopo il 1976 a ridosso del mare e che verrebbero sanate se passasse questa norma all’Ars, da Carini a Marina di Ragusa, da Trapani a Messina”.

“Il partito degli abusivi – spiega il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari – chiede anche la riapertura della vecchia sanatoria del 2003 firmata da Berlusconi: così ecco che nel ddl sull’edilizia, e con il bollo del governo Musumeci, salta fuori una norma che riapre i termini per gli immobili costruiti in aree a vincolo relativo inizialmente esclusi da qualsiasi sanatoria. « Abbiamo scritto una lettera a tutti i 70 deputati dell’Ars chiedendo di fermare questa legge subito», dice Gianfranco Zanna di Legambiente.

Angelo Bonelli dei Verdi annuncia il ricorso alla Corte costituzionale: «È una norma incostituzionale che premia chi ha devastato il territorio dimenticando come l’abusivismo edilizio abbia causato perdita di vite umane: la tragedia di Casteldaccia nel 2018 non ha insegnato nulla » .

“All’Ars – si legge ancora – c’è poi un’altra manina che ha inserito nel testo sull’edilizia un emendamento per consentire la costruzione di nuovi immobili in aree dei piani regolatori dove il vincolo è scaduto: la legge attuale consente al massimo la ristrutturazione di immobili esistenti con cambio di destinazione d’uso solo se in aree omogenee. A Palermo, dove i vincoli sono scaduti in moltissime aree, in diverse vie potrebbero saltare fuori nuove palazzine: i progetti sono pronti e le domande già presentate. E nella stessa situazione di Palermo ci sono migliaia di aree in giro per la Sicilia sulle quali verrebbero consentire nuove costruzioni”.

Redazione