Una cabina di regia contro il caporalato in agricoltura, ma ritagliata su base provinciale. Non è una richiesta solo tecnico-formale. Cgil e Flai Cgil di Catania segnalano che “l’agricoltura e i suoi lavoratori non si sono mai fermati durante la fase 1 dell’emergenza Covid, e quindi anche il caporalato ha continuato ad agire indisturbato, e si è persino irrobustito approfittando della mancanza di controlli nella fase più difficile della lotta al virus”.

“Il fenomeno – scrive il sindacato – si presenterà  nuovamente nella fase due e proprio in concomitanza con la raccolta dei prodotti ortofrutticoli di stagione”. 

“Per questo il sindacato – si legge nel comunicato -, se da un lato apprezza il provvedimento di sanatoria del governo nazionale che finalmente offre la possibilità di regolarizzare i lavoratori migranti, dall’altro sottolinea che le ‘maglie strette’ per la regolarizzazione lasceranno esclusi dalla sanatoria molti lavoratori destinati ad ingrossare il limbo del lavoro nero in agricoltura. Molti saranno esclusi per la tempistica molto ristretta; anche per questo la Flai Cgil nazionale ha presentato un un’emendamento per una rimodulazione”.

“Da Catania – scrivono Cgil e Flai Cgil – parte dunque la richiesta di miglioramento del provvedimento, ma anche la sollecitazione a Inps e a Prefettura ad irrobustire analisi e verifiche, creando appunto una cabina di regia provinciale, cucita su misura per i bisogni del territorio etneo”. 

“Oggi è necessario fare un passo avanti – dice la nota -: da tre anni sollecitiamo una cabina di regia territoriale e in questa fase 2 di emergenza Covid è più che mai urgente realizzarla. Ciò accade già in Campania e in Calabria, e in molte province pugliesi. Tutto questo si inquadra nell’ottica di un collocamento pubblico in agricoltura e a uno sguardo più attento al ruolo delle lavoratrici nei campi, la cui preziosa manodopera è spesso soggetta a vessazioni e a nuove violenze di genere che non possiamo far finta di non vedere”.

Redazione