Trecentonovantanove contagiati, 6 nella sola giornata di ieri, e 20mila tamponi effettuati. Questi i dati sul coronavirus che si registrano a Malta. La dottoressa Charmaine Gauci, Sovrintendente per la Sanità Pubblica dice: “È positivo che i numeri siano così bassi, ma vogliamo assicurarci che questo sia un dato reale. Occorre aspettare più a lungo, possibilmente alcune settimane, per definire determinate conclusioni. Questi pochi giorni di cifre singole non sono sufficienti per avere un’indicazione affidabile, ossia che l’epidemia si stia realmente attenuando”.

In realtà sembra che Malta non abbia ancora raggiunto il suo picco in merito all’infezione, per quanto c’è chi dice che il peggio sia passato. Eppure dalle parole delle autorità sanitarie trapela la preoccupazione che potrebbero esserci più casi rispetto al numero degli attuali confermati. Per questo nell’Isola si esortano coloro che mostrano sintomi sospetti a non esitare a sottoporsi al tampone in uno dei tanti centri (gratuiti) istituiti nel territorio.

Malta. Ronda di poliziotti in una capitale, la Valletta, deserta. Sopra: le misure tracciate per terra sulle distanze da tenere fra persone

La Dotta.ssa Gauci continua a rassicurare la popolazione affermando che “si sta lavorando per ridurre la velocità di trasmissione, ma è altrettanto chiaro che per raggiungere un buon risultato bisogna far fede alle misure di allontanamento sociale e di isolamento in atto”.

Ecco perché il governo pensa a mettere in atto delle misure davvero estreme. Il Ministro della Giustizia maltese, Edward Zammit Lewis, pubblicherà presto un avviso legale – che modificherà il Codice Penale maltese – aggiungendo il COVID-19 all’elenco delle malattie trasmissibili, criminalizzando la diffusione intenzionale del virus: tutti coloro che sanno di essere stati infettati e che trasmetteranno la malattia ad altri, tramite comportamenti irresponsabili, saranno soggetti a reclusione per un periodo che va dai 4 ai 9 anni. In caso di decesso di qualcuno, il soggetto “vettore” verrà persino accusato di omicidio volontario.

La Sovrintendente continua ad esortare i maltesi a rispettare severamente le distanze, esprimendo non poche preoccupazioni per le persone che vanno ancora in spiaggia (da sei sindaci è stata proposta una temporanea chiusura delle rispettive località balneari).

Intanto continuano le indagini in merito al caso dei 19 operatori sanitari dell’ospedale Mater Dei – compresi tra i 399 contagiati – risultati positivi al coronavirus: sarebbe davvero grave scoprire che il virus possa espandersi per la precarietà delle attrezzature proprio laddove dovrebbe essere sconfitto.

Maggiore attenzione anche per le fabbriche operative: le autorità preposte stanno monitorando la situazione dei lavoratori – obbligati a segnalare immediatamente eventuali sintomi – per limitare i rischi di contagio. Finora nelle industrie, i casi positivi al CoronaVirus sono stati pochissimi.

Paura per il contagio di un dipendente di un noto hotel maltese, chiuso immediatamente per disinfestazione: il dipendente ha dichiarato di aver lavorato a stretto contatto con un solo collega, sottoposto al test, di cui non si conosce ancora il risultato.

Il diagramma del numero dei tamponi effettuati a Malta in rapporto con gli altri Paesi

Adottate decise precauzioni anche nelle carceri, tra cui il regolare monitoraggio della febbre ed un incoraggiamento per miglioramento dell’igiene personale dei detenuti. Nonostante anche a Malta vi sia l’annoso problema di sovraffollamento delle patrie galere – quasi la metà delle celle sono occupate da due o più persone – fortunatamente finora nessun prigioniero o dipendente è stato trovato affetto dal virus.

Sembra invece esserci tutt’altra atmosfera presso il Centro Migranti di Halfar, dove ieri sono stati rilevati altre 3 casi, scoperti – secondo quanto confermato dalla Gauci – attraverso test casuali sulle oltre 1.000 persone che vivono lì.

Stando a quanto detto dalle autorità, i residenti positivi sono isolati all’interno del centro e sottoposti al trattamento di cui hanno bisogno. Sorgono legittimi dubbi anche per quanto riguarda il secondo Centro migranti ubicato nell’isola (in località Marsa): nonostante finora sembra non vi siano casi da Covid19, è in atto uno screening per tutti gli ospiti.

E se il numero di contagiati da Coronavirus non ha più sfiorato la “doppia cifra” dalla domenica di Pasqua, aumentano sempre più le persone che, a causa del prolungato periodo al chiuso, accusano disturbi psicologici. Per cercare di arginare la situazione, il governo maltese ha istituito il numero “helpline” 1770, dove alcuni psicologi prestano il loro aiuto a coloro che ne sentissero il bisogno. Finora la linea ha ricevuto 350 chiamate.

Valentina Contavalle