A Malta la crescita dei contagiati da Covid19 continua senza sosta: 188 i casi registrati finora. Durante la quotidiana conferenza stampa del 1 aprile, la dott.ssa Charmaine Gauci – sovrintendente alla Salute pubblica maltese – ha confermato 19 casi positivi solamente nelle ultime 24 ore (un numero così alto non si registrava dal 25 marzo), ma fortunatamente chi ha contratto il virus versa in buone condizioni di salute; due soli pazienti, dei 4 ricoverati in terapia intensiva, sono in condizioni critiche. Cresce la paura per la disponibilità di ventilatori polmonari, nonostante Malta, al momento, ne disponga 120.

Il lungomare di Sliema il 29 marzo. Sopra: una fermata dell’autobus

Presso il supermercato Lidl, sito nel distretto di Safi – a sud dell’isola – , è stato confermato il Covid19 per un dipendente. Le autorità sanitarie esortano nel telefonare al numero 111 (preposto per l’emergenza Coronavirus) chiunque si fosse recato in quella filiale – attualmente sottoposta a totale disinfestazione – tra il 26 e il 31 marzo, con sintomi riconducibili al virus.

Per evitare una crisi sanitaria che porterebbe al collasso della struttura ospedaliera, la dott.ssa Gauci sottolinea quanto sia “assolutamente necessario” continuare ad obbedire alle regole imposte dalle autorità competenti.

Dalla mezzanotte del 28 marzo è scattato il lockdown (l’isolamento a casa) che vede gli anziani over 65 e tutte le categorie “a rischio” (malati di diabete con dipendenza da insulina o in cura con farmaci biologici; pazienti in chemioterapia o che hanno eseguito la chemioterapia negli scorsi sei mesi; pazienti che hanno subito un trapianto o che sono in cura per l’HIV; dializzati; donne in gravidanza; persone sottoposte a cure per malattie respiratorie nel corso dell’ultimo anno; cardiopatici o persone curate per cardiopatia negli ultimi sei mesi; persone sotto steroidi per via orale) sottoporsi ad una quarantena forzata, non valida per “necessità urgenti” come visite mediche; visite ai figli nel caso di coppie separate; recarsi in banca.

“Vedremo un aumento dei suicidi a causa di questa pandemia. Già adesso molte persone accumulano cibo e medicine compiendo un comportamento irrazionale”, ha dichiarato duramente il deputato del Partito nazionalista Mario Galea. Galea nei giorni scorsi ha chiesto l’istituzione immediata di una linea di assistenza per tutte le persone soggette ad ansia e stress, le quali, secondo lui, “dovranno combattere contro un male ancor più pesante, la depressione”.

La stazione del bus a Valletta il 30 marzo

C’è però un aspetto assolutamente “bizzarro” legato al lockdown: l’assoluta mancanza di misure per chi – non rientrando nella categoria del “malati” e degli “over 65” – dalla mezzanotte del 28 hanno continuato a fare finta di niente, nonostante le ulteriori norme restrittive in merito alla distanza di sicurezza, pari ad un metro l’uno dall’altro, o agli assembramenti vietati – secondo le autorità, “sotto stretto controllo della polizia” – per un numero superiore a 3 persone, pena l’ammenda di 100 Euro per ogni trasgressore.

Malta pensa così di aver messo al riparo le categorie più colpite, lasciando inalterata parte della “macchina produttiva” dell’Isola, con fabbriche e cantieri aperti, dove in particolare, per questi ultimi, sembra non essere valido il limite di assembramento o la regola delle distanze.

E se i bar e i ristoranti hanno serrato i battenti da quasi un mese, e le scuole per quest’anno accademico hanno subito una chiusura anticipata, a molti abitanti si consente di viaggiare su autobus nuovamente affollati nelle ore di punta, e di passeggiare sul lungomare dell’isola o per le spiagge e le piazze, diventate nuovamente luogo di ritrovo e di vago.

La conferenza stampa della dott.ssa Charmaine Gauci di ieri

Continua la richiesta sul web – dei cittadini più coscienziosi – per un lockdown totale che ricalchi il “modello italiano”. L’impressione è che il Premier Robert Abela non voglia prendersi certe responsabilità, rimanendo persino “in un angolo”, evitando troppe apparizioni in pubblico e regalando la scena ai suoi ministri.

Come si possono rispettare delle regole ferree, si chiedono molti abitanti dell’Isola, se chi dovrebbe dare il buon esempio continua a non prendere delle severe posizioni in merito? Di certo c’è un fatto: i casi di contagio non accennano a diminuire. Ed un ritorno alla vita che conoscevamo, dipenderà esclusivamente dai futuri comportamenti ed al buon senso – che in moltissime occasioni continua a scarseggiare – della comunità maltese.

Valentina Contavalle