“Vogliamo una drastica riduzione al necessario ed indispensabile dei dipendenti presenti nei vari settori, a partire dall’azzeramento di quelli impiegati negli uffici concedendo lo “smart working” al 100%”.

E’ quanto chiede il sindacato Ugl – attraverso il segretario etneo della federazione Metalmeccanici Angelo Mazzeo – alla StMicroelectronics (Stm) di Catania, dopo i due casi di Coronavirus registrati nelle scorse settimane nello stabilimento etneo della multinazionale italo-francese specializzata nella produzione di componenti elettroniche. 

Angelo Mazzeo, segretario della Ugl Metalmeccanici di catania. Sopra: lo stabilimento della StMicroelectronics del capoluogo etneo

“STM – dice il comunicato – è stata una delle prime aziende in Sicilia ad attuare lo Smart working, passando per l’abbassamento della soglia di operai all’interno delle sale di produzione e degli operatori dei servizi connessi. Sebbene in queste settimane, da parte dell’azienda, sia stata già elevata l’attenzione sulla salubrità dei locali di lavoro e sul controllo del personale ai varchi, è necessario, secondo la nostra organizzazione, innalzare ancor di più le iniziative utili alla protezione”.

“Anche perché – spiega l’organizzazione sindacale -, dopo i casi riscontrati (che è vero, rappresentano una percentuale irrisoria rispetto al numero dei dipendenti in forza, ma pur sempre allarmante) e immediatamente isolati, il pericolo che possano recarsi al lavoro soggetti positivi e asintomatici è elevato, in una città come Catania dove il picco dei contagi deve ancora arrivare”.

“In questo senso è quanto mai opportuno – spiega il segretario catanese dei Metalmeccanici Ugl – evitare il più possibile ogni forma di contatto, attuando misure che vanno oltre quanto previsto dai protocolli e dagli accordi, siglati in sede nazionale e regionale tra istituzioni e parti sociali”.

Bisogna tener conto che “è scaduto mercoledì 25 l’accordo tra la STMicroelectronics e i sindacati sull’organizzazione del lavoro nello stabilimento di Catania, in relazione all’emergenza Coronavirus. Una intesa che la Ugl chiede di rinnovare nell’immediato attraverso ulteriori misure di contenimento e una drastica diminuzione del personale in sevizio in ufficio e nelle aree produttive”.

“Ieri – sottolinea Mazzeo – abbiamo avuto una videoconferenza con la Prefettura per affrontare la questione del prosieguo delle attività in stabilimento. La nuova intesa tra Ministero dello Sviluppo economico e parti sociali, rispetto al precedente, non ha modificato nulla per quanto riguarda la STM e, per questo, di grande importanza è stata l’interlocuzione in sede prefettizia con sua eccellenza il Prefetto Claudio Sammartino, che vogliamo ringraziare”.

“Come Ugl Metalmeccanici territoriale – spiega la nota -, abbiamo sottolineato la necessità di verificare quanto dichiarato dalla multinazionale sull’attività a ciclo continuo”.

“Anche se, a nostro avviso – dice ancora il comunicato – uno stop lungo senza una data certa di ripresa dei lavori potrebbe diventare alquanto complicato e dannoso per il futuro della STMicroelectronics, che già stava facendo i conti con un mercato divenuto difficile. Tant’è che neanche in altri stabilimenti del gruppo, situati in zone ad alto rischio Covid-19, si è bloccata la produzione”.

“Quindi una soluzione che intravediamo come immediata e fattibile – conclude Mazzeo – è, all’atto del rinnovo dell’accordo interno (che, ricordiamo, era stato siglato quando ancora non vi erano le nuove disposizioni governative ed i due casi di positività interni), una ulteriore e decisa stretta nei numeri relativi alle presenze quotidiane di personale, poiché oggi ancora vanno a lavoro in 600 su 4.500”.

Redazione