Palermo Palermo di Pina Bausch torna al Teatro Biondo, dove aveva debuttato trent’anni fa, in una inedita versione cinematografica, che sarà presentata in esclusiva mondiale il 3 novembre, alle 20.00, nel corso di una giornata dedicata a Pina Bausch nel decennale della scomparsa.

Lo hanno annunciato stamani a Palazzo delle Aquile di Palermo il Sindaco Leoluca Orlando, il Presidente del Teatro Biondo Giovanni Puglisi e la Direttrice Pamela Villoresi, alla presenza dei rappresentanti della Regione.

Il progetto, nato da un’idea di Pamela Villoresi e del Sindaco di Palermo Leoluca Orlando – curato e organizzato dal Teatro Biondo di Palermo e dalla Pina Bausch Foundation – porta il titolo di quello che sarà il nuovo spettacolo dedicato alla città con la quale la coreografa aveva un rapporto personale molto forte e creativo: palermoWpalermo, dove “W” sta per Wuppertal, sede della Compagnia di Pina Bausch e della Fondazione a lei intestata e diretta dal figlio Salomon Bausch, ma anche per l’esclamazione di augurio che accompagna le cerimonie devozionali della tradizione di Palermo.

Il film Palermo Palermo, realizzato dalla Pina Bausch Foundation, è tratto dalle riprese effettuate durante alcune esibizioni dello storico spettacolo, che ha debuttato in anteprima a Wuppertal nel dicembre del 1989 e pochi giorni dopo, nel gennaio del 1990, al Teatro Biondo.

Saranno presenti alla proiezione, aperta gratuitamente alla città fino ad esaurimento dei posti, il Sindaco di Palermo Leoluca Orlando, che aveva promosso la realizzazione dello spettacolo avviando una sinergia decisiva tra lo Stabile cittadino e la Compagnia di Wuppertal, il figlio della coreografa Salomon Bausch, oggi direttore esecutivo della Pina Bausch Foundation, Ismael Dia, direttore dell’Archivio della Pina Bausch Foundation, e i danzatori del Tanztheater Wuppertal Beatrice Libonati e Jan Minarik, che furono tra gli interpreti della storica edizione dello spettacolo.

Prima della proiezione del film, nella Sala Guicciardini del Biondo, sarà inaugurata la mostra fotografica Macerie e tacchi a spillo – E cadde un muro… Palermo Palermo 1989-2019, realizzata in collaborazione con la il Festival delle Orestiadi di Gibellina, dove è stata presentata in anteprima la scorsa estate. Piero Tauro, che ha seguito e fotografato per tantissimi anni il lavoro di Pina Bausch, mette a confronto, in un percorso di una ventina di scatti, le immagini della storica edizione dello spettacolo e quelle realizzate qualche mese fa a Wuppertal in occasione di una recente riedizione interpretata da giovani danzatori ma anche da alcuni storici membri della Compagnia.

Nello stesso spazio, a partire dalle 19.00, si potrà assistere al breve documentario Quello che ci muove – Gli spettatori del Tanztheater Wuppertal Pina Bausch ricordano, presentato a Torino in occasione della manifestazione Maratona Bausch. Danzare la memoria, ripensare la storia curata da Susanne Franco e organizzata e promossa da Lavanderia a Vapore / Piemonte dal Vivo per celebrare il quarantesimo anniversario della creazione di Café Müller (1978) e rendere omaggio a Pina Bausch a dieci anni dalla sua scomparsa.

Il documentario è stato pensato per restituire uno spaccato della sopravvivenza dell’opera di Pina Bausch nell’immaginario e nella memoria individuale e collettiva del pubblico italiano ed è l’esito delle interviste condotte dall’antropologa visiva Rossella Schillaci con gli spettatori che hanno assistito alle produzioni del Tanztheater Wuppertal in Italia, tra cui Palermo Palermo. Questa drammaturgia a più voci è corredata da rare immagini video fornite dalla Fondazione Pina Bausch, che custodisce l’unica copia del cortometraggio presso il suo archivio digitale.

Nei giorni successivi, i danzatori del Tanztheater Wuppertal Beatrice Libonati e Jan Minarik incontreranno gli allievi attori e gli ex allievi della “Scuola dei mestieri dello spettacolo” del Teatro Biondo diretta da Emma Dante per un primo confronto finalizzato alla selezione di un gruppo di interpreti che nella prossima primavera lavorerà al fianco dei danzatori della Compagnia di Pina Bausch, prima a Palermo e poi a Wuppertal, in vista della nuova produzione palermoWpalermo, che debutterà nel corso della stagione 2020-2021.

Il progetto sarà realizzato in collaborazione con il Goethe-Institut Palermo.

«Sono passati 30 anni da quando il muro di Palermo Palermo crollò sul palcoscenico del Teatro Biondo rompendo omertà e isolamento, in sintonia con il ricongiungimento di Berlino e il nuovo Rinascimento che la Città di Palermo intraprendeva col suo sindaco Leoluca Orlando – ha detto Pamela Villoresi, direttrice del Teatro Biondo di Palermo – Oggi Pina Bausch non c’è più, ma ci sono i suoi danzatori, i suoi collaboratori, suo figlio Salomon, presidente della Fondazione a lei intestata, e soprattutto c’è il suo lavoro.

La Fondazione Bausch intende intraprendere un nuovo percorso nel quale l’opera della grande coreografa diventi “semenza” che germogli nel mondo. A seguito degli incontri avvenuti tra il sindaco Orlando, me, Salomon Bausch e i collaboratori della Compagnia Tanztheater Wuppertal, si è stabilito un percorso di collaborazione culturale tra la Fondazione e il Biondo di Palermo.

Il progetto speciale si snoderà in diverse tappe, che porteranno all’allestimento di una nuova edizione dello spettacolo, un palermoWpalermo interpretato sia dai danzatori della Compagnia di Wuppertal, sia da danzatori siciliani scelti dalla Compagnia. Sarà l’inizio di un percorso artistico, che proseguirà nel triennio successivo e che riporterà la danza contemporanea alla ribalta del nostro Teatro».

Il Sindaco Leoluca Orlando, che nei mesi scorsi è stato a Wuppertal con la direttrice del Biondo per definire i dettagli di questo articolato progetto di collaborazione con la Pina Bausch Foundation, ha dichiarato: «30 anni dalla prima mondiale di Palermo Palermo di Pina Bausch, andata in scena a Wuppertal nel dicembre del 1989, pochi giorni dopo il crollo del Muro di Berlino, e subito dopo al Teatro Biondo. 30 anni di cambiamenti annunciati già dal metaforico, eclatante crollo del muro che separava il pubblico palermitano dal rinnovamento a cui stava per affacciarsi. La primavera di Palermo era alle porte. Il rinascimento della città, segnato dal passaggio cruento delle stragi, passava dalla riqualificazione e rigenerazione urbana, che ha abbattuto i confini che per mezzo secolo hanno diviso la città ed i suoi abitanti tra centro storico, periferie e quartieri nuovi della borghesia.

La primavera di Palermo è stata la volontà di costruire una comunità non più governata dalla mafia e non più ridotta a perifericità artistica e culturale. Le contaminazioni oggetto della ricerca artistica di Pina Bausch trovano oggi il loro contraltare nella riscoperta della natura sincretica della comunità palermitana. Palermo ha abbattuto, non solo simbolicamente, i muri che la dividevano dal resto del mondo, ed ha aperto i suoi porti sul Mediterraneo, tornando ad essere città dell’accoglienza e dei diritti di tutti. Il sincretismo culturale che ha forgiato la Città di Palermo, favorendo la convivenza di culture diverse, esprime, oggi, la sua forza nella capacità di accoglienza e di convivenza. Ed è una forza popolare e non elitaria che coinvolge tutti gli strati sociali. Da questa convivenza nascono già fermenti culturali inaspettati, che oltre a riconoscere il valore del patrimonio culturale della città, ne fanno laboratorio per nuove forme di produzione artistica. Il progetto speciale su una nuova edizione di Palermo Palermo coltiva l’aspirazione di un rilancio del messaggio di rottura delle barriere sociali, economiche e culturali, già presente nell’opera originaria della grande coreografa tedesca, che trova riscontro nel modello di apertura, riconoscimento dei diritti e accoglienza di cui la Palermo di oggi è testimone. Palermo Palermo non soltanto memoria ma progetto attualissimo di futuro, intuito con profezia artistica e con amore per la città che rende a me, a noi palermitani Pina Bausch indimenticabile».

«Rendere omaggio a Pina Bausch, che tanto ha amato Palermo – ha dichiarato Manlio Messina, Assessore al Turismo, Sport e Spettacolo della Regione Siciliana – significa rendere omaggio ad una grande artista e anche alla città di Palermo. Del resto il film Palermo Palermo, realizzato con la Pina Bausch Foundation e tratto dalla registrazione di diverse esibizioni dello spettacolo di trent’anni fa, al Teatro Biondo equivale in qualche modo a ripercorrere, in un modo speciale, non soltanto le tappe della splendida carriera di Pina Bausch, ma la vita della stessa città. La presenza in Sicilia di alcuni degli interpreti della storica edizione dello spettacolo, che verranno a selezionare giovani danzatori e performer siciliani, ci riempie d’orgoglio perché offrirà a diversi giovani la possibilità di essere affiancati da protagonisti della danza internazionale. In questa circostanza, desidero ringraziare, in particolare, Salomon Bausch, direttore esecutivo della Pina Bausch Foundation, per l’attenzione, e se posso dire, l’amore che dimostra per Palermo e per la Sicilia intera».

«Palermo e il Teatro Biondo hanno avuto un ruolo importante nella vicenda artistica di Pina Bausch – ha ricordato il presidente del Teatro Biondo Giovanni Puglisi – A questa città la coreografa tedesca ha dedicato uno dei suoi più importanti spettacoli sulle città del mondo, prodotto dal Teatro Biondo col sostegno dell’Amministrazione Comunale. Sono trascorsi trent’anni dal debutto di quello spettacolo, che ha fatto scuola, scrivendo una pagina fondamentale nella storia della danza contemporanea.

In questa ricorrenza, che purtroppo coincide anche col decennale della scomparsa della grande artista, vogliamo immaginare non un semplice omaggio ma un percorso articolato, che a partire dalla memoria di quello spettacolo getti le basi per costruire nuove realtà e nuove emozioni. Siamo dunque particolarmente orgogliosi che la collaborazione con la prestigiosa Pina Bausch Foundation cominci proprio dal coinvolgimento dei giovani allievi della nostra Scuola di Teatro, in vista di una nuova creazione che li vedrà lavorare fianco a fianco con i danzatori della Compagnia di Wuppertal».

Redazione