Pagati a cottimo, senza tredicesima e ferie, senza previdenza ed assistenza. Stiamo parlando dei magistrati onorari (giudici di pace, giudici onorari di tribunali e vice procuratori onorari) che ieri mattina, per far sentire il loro grido di protesta hanno tenuto un sit-in di protesta in piazza Verga a Catania, davanti al Tribunale. Un modo per dare forza all’astensione dalle udienze proclamata dal 6 al 17 maggio dai giudici di pace e dal 13 al 17 maggio dai GOT (giudici onorari di tribunali) e dai VPO (vice procuratori onorari). A piazza Verga, ieri,  oltre che da Catania, sono arrivati in tanti, da Gela, Ragusa, Siracusa, Enna, Mascalucia, Belpasso, Acireale, Caltagirone.

Una sessantina i manifestanti con cartelli e striscioni. Il motivo della protesta lo spiega il presidente Unagipa (Unione Nazionale Giudici di Pace) per il distretto di Catania, Mario Seminara: “Lavoriamo per la giustizia di primo grado da più di vent’anni, ma non abbiamo nessuna forma di previdenza, di assistenza. Noi che pronunciamo sentenze in nome del popolo italiano, riconoscendo agli altri diritti, siamo privi dei diritti previsti dalla Costituzione per tutti i lavoratori. Siamo costretti a lavorare in nero”.  I magistrati onorari gestiscono il 60 per cento del contenzioso di primo grado, ma nonostante il loro ruolo fondamentale nel funzionamento della macchina della giustizia mancano delle tutele minime riconosciute ai lavoratori.

“Svolgiamo un ruolo importante – sottolinea Seminara – nell’ambito dell’amministrazione della giustizia. Ma nonostante tutto siamo dei precari, senza nessuna certezza per il nostro futuro”. L’attuale governo si era impegnato a varare una riforma della magistratura ordinaria con il necessario superamento della riforma Orlando. Ma non è stato fatto niente – incalza Seminara – , a parte l’istituzione di un tavolo tecnico che avrebbe dovuto portare ad una proposta di riforma condivisa dalla categoria, da emanare entro il prossimo 26 maggio. La promesse fatte non sono state mantenute. E ad oggi non è stato convocato il tavolo tecnico per esaminare gli articoli di legge”.

I magistrati onorari, pur avendo gli stessi doveri dei magistrati  togati, non hanno una retribuzione adeguata. Come detto, sono pagati a cottimo in base al numero di sentenze che riescono a pronunciare; non hanno diritto alla pensione, né alla tredicesima e alle ferie pagate; non hanno diritto alla malattia e alla maternità. E, come se non bastasse, possono essere privati della funzione senza preavviso e senza garanzia.  

Rosalba Mazza