“Il voto europeo è un voto inutile, perché serve a costituire un’istituzione parlamentare rivelatasi inutile, e che potrà diventare utile per i cittadini europei solo quando si farà una nuova Costituzione Europea che consegni al Popolo un’autentica sovranità europea, sottraendola ai potentati delle lobby finanziarie che oggi governano l’UE. Ma è anche un voto, quello europeo, significativo perché rallenta il progetto egemonico delle destre nazionaliste e premia quelle istanze ambientaliste che sono anche le istanze di Azione Civile”.

Questo il commento del leader di Azione civile Antonio Ingroia dopo il voto europeo. Un giudizio che da generale si sofferma successivamente sugli effetti che le recenti elezioni hanno avuto nel nostro Paese.

“Il voto in Italia – dice l’ex pm – è soprattutto un voto pericoloso perché, annullando il significato del voto del marzo 2018, rafforza lo strapotere di un blocco antidemocratico ed intollerante, da Salvini alla Meloni, pronti a recuperare quel che resta di Forza Italia e che si va consolidando usando l’incapacità di fargli argine da parte delle altre forze politiche in campo, a causa soprattutto della debole e ondivaga leadership attuale del M5S – perciò sprofondato nei consensi – oggi dimezzati dopo appena un anno”.

“Nel contempo – prosegue Ingroia nella sua analisi – questa sconfitta elettorale della parte costituzionale e democratica dei cittadini italiani, sconfitta di cui è lampante riprova la disfatta della lista autodefinitasi Sinistra’, apre opportunità oggi imprevedibili”.

La strada maestra – seguita il fondatore di Azione civile – è ripartire dalle battaglie dei territori, come si è fatto in qualche piccola realtà municipale, dove sono state premiate liste civiche trasversali e non corrispondenti a nessuna delle forze politiche tradizionali, ma caratterizzate da una robusta adesione ai valori della Costituzione italiana, nel segno di pacifismo, ambientalismo, beni comuni, lavoro e giustizia in senso ampio (compresa quella sociale, tributaria, ambientale, sostanziale e altre)”.

L’auspicio di Ingroia è quello di “creare un nuovo fronte popolare, aperto, democratico, orizzontale, e che non sia quindi né settario né elitario, e dove perciò siano ben accette anche le provenienze da altre esperienze politiche di movimenti ‘strutturati’ sia a sinistra che dal M5S, purché si cancellino i tatticismi harakiri che hanno caratterizzato le più recenti involuzioni del M5S, come quelle della ‘sinistra radicale’. Non vediamo altra via d’uscita. Resettare per ripartire. Non c’è tempo da perdere. La democrazia, seppure imperfetta, come l’abbiamo intesa fino a ieri corre dei seri pericoli”.

Nella foto: il fondatore e leader di Azione civile, Antonio Ingroia

Barbara Contrafatto