Pasto negato ad una famiglia di sfollati del terremoto di Santo Stefano. La Misericordia e l’Associazione di Volontariato per la Protezione Civile ed Ambientale si dissociano. 

La vicenda è accaduta al “Centro di prima accoglienza” allestito presso la scuola elementare di via Rossi a Fleri – frazione di Zafferana duramente colpita dal sisma di magnitudo 4.8 verificatosi il 26 dicembre – che si occupa della distribuzione di pasti caldi agli sfollati e di assistenza alla popolazione.

“Non ho parole per descrivere – afferma il presidente della Misericordia di Zafferana, Alfonso Megna – quel che io e i nostri volontari siamo stati costretti a vedere. Siamo ancora allibiti e ho dato disposizione a tutti di andare via dal presidio di Fleri”.

Gli fa eco anche il presidente dell’Associazione di Volontariato per la Protezione Civile ed Ambientale, Giuseppe De Luca, che fa diramare una comunicazione presto recapitata agli uffici comunali con cui annuncia che “a causa di quanto rilevato nella gestione del servizio, l’Associazione da lui presieduta non presterà più il servizio sinora espletato della distribuzione dei pasti caldi”, chiedendo di provvedere alla relativa sostituzione.

Ma chi sono i protagonisti della vicenda? La situazione ritenuta intollerabile riguarderebbe una terza realtà del volontariato, l’Admi (Associazione dei Dipendenti del Ministero dell’Interno, che stiamo cercando di contattare per ricostruire la vicenda in modo completo) che durante una sua presenza al “Centro di prima accoglienza” di Fleri avrebbe opposto un diniego alla somministrazione di un pasto ad una famiglia con una bambina piccola per il solo fatto che la famiglia, la mattina, non aveva comunicato la sua intenzione di voler consumare i pasti a mezzogiorno e a sera.

Un’immagine del terremoto di Santo Stefano

Il presidente della Misericordia, nella sua relazione di servizio fatta pervenire al Comune di Zafferana, definisce “intollerabile il comportamento dell’associazione che si è occupata della registrazione e dell’afflusso alla mensa che, rispettando le indicazioni dell’amministrazione, ha, però, tralasciato il buon senso e lo spirito del volontariato, mettendo alla porta degli sfollati e negando loro il vitto”.

La Misericordia di Zafferana ha provveduto comunque a fornire i pasti alla famiglia: “Cerchiamo – dice il presidente – di abbracciare in pieno lo spirito del volontariato, della divisa che indossamo e dei principi che mi obbligano ad aiutare chi ha bisogno”.

Dall’Associazione di volontariato per la Protezione Civile fanno sapere che si è trattato di una “criticità” che poteva essere risolta con un minimo di buon senso. Comunque, hanno deciso di andare via dalla struttura.

Sulla vicenda, per cercare di mettere pace, è intervenuta l’Amministrazione comunale di Zafferana. “In un momento di grande difficoltà per tutta la mia Comunità – scrive in una nota – in cui ci troviamo a gestire la grave emergenza post sisma, non c’è spazio per le polemiche. Di nessun tipo. Dobbiamo remare tutti nella stessa direzione, con l’obiettivo di dare la massima assistenza a quanti hanno dovuto lasciare la propria casa dopo il terremoto del 26 dicembre, lavorando sodo per tornare alla normalità”.

“Tutti gli operatori impegnati a vario titolo nell’emergenza determinata dal recente evento sismico –aggiunge il primo cittadino zafferanese – stanno profondendo il massimo sforzo nelle rispettive qualifiche professionali e mi sembra quanto meno pretestuoso che un’Associazione, che per suo stesso statuto ha, presumibilmente, l’obiettivo di svolgere volontariato nei confronti di chi si trova in difficoltà, si tiri indietro per una ‘criticità’ che sarebbe stato possibile affrontare ricorrendo magari ad un istintivo ‘buon senso’. Per cui, rassicuro la mia Comunità, convinto più che mai che Zafferana e le sue frazioni si stanno pian piano rialzando. I nostri uffici, di concerto con la Protezione Civile, stanno svolgendo un lavoro massacrante per l’espletazione di tutte le procedure: sopralluoghi, verifiche di agibilità, ordinanze di sgombero, approfondimento delle richieste di attingere al Cas (Contributo per l’autonoma sistemazione) per gli aventi diritto. L’unità d’intenti, la professionalità degli operatori, l’amore condiviso per il nostro territorio e la nostra Comunità non collimano con le polemiche!”.

Ma intanto la Misericordia e l’Associazione di Volontariato per la Protezione Civile ed Ambientale di Zafferana, al “Centro di prima accoglienza” non sono più tornate.

Rosalba Mazza