“I rappresentanti dell’associazione Admi, presenti nel servizio del 06.01.2019, si sono comportati in modo professionale e preciso garantendo con precisione il servizio di ristorazione e mensa senza in alcun modo aver negato il pasto alla bambina e alla famiglia”.

La quiete dopo la tempesta. Ed ecco che d’improvviso la polemica sul presunto pasto negato ad una famiglia di sfollati del terremoto che lo scorso 26 dicembre ha colpito gli abitanti dell’Etna (soprattutto Zafferana Etnea e le sue frazioni Fleri e Pisano), si placa, o meglio, “sembra” placarsi attraverso una dichiarazione scritta presentata al Comune dalle presunte vittime di questa vicenda.

Il fatto – come si ricorderà – si è svolto nei giorni scorsi nel Centro di prima accoglienza allestito presso la scuola elementare di Fleri. Oggi – attraverso questo articolo – arriva la smentita di Sonia Bianco, la presidente dell’Associazione dei Dipendenti del Ministero dell’Interno (Admi), finita al centro delle accuse in quanto gestrice del servizio pasti.

Prima di rilasciare questa intervista, la presidente Bianco ci mostra la nota sottoscritta manualmente dalla famiglia esclusa dal servizio (con nomi e firme oscurati “per motivi di privacy”): “L’originale – dice – è stato consegnato presso gli uffici del Comune di Zafferana”.

Fatta questa premessa, la presidente spiega: “Non corrisponde a verità quanto riferito dal governatore della Misericordia di Zafferana, Alfonso Megna, e dal presidente dell’Associazione di Volontariato per la Protezione Civile ed Ambientale di Zafferana, Giuseppe De Luca, in merito al fatto di aver negato i pasti ad una famiglia di sfollati con una bambina”.

“La regola per poter consumare i pasti al Centro di prima accoglienza – seguita la presidente Admi – è quella di prenotarsi la sera precedente, in modo da potere conteggiare le portate da richiedere al fornitore del servizio mensa. Lo scorso 6 gennaio, all’ora di pranzo, si è presentata una famiglia con una bambina al seguito che non risultava iscritta nell’elenco. Ho detto subito che per la bambina non ci sarebbero stati problemi, mentre per gli adulti ci sarebbe stato da pazientare solo un attimo, il tempo di contare le portate disponibili e avremmo provveduto. Quindi smentisco che sia stato negato il pasto alla bambina”.

Ma al Centro di prima accoglienza, i pasti erano abbondanti o strettamente corrispondenti al numero delle persone prenotate?

“I pasti sono sempre stati abbondanti, e su questo devo rendere merito all’Amministrazione comunale, che fin dalle ore immediatamente successive al sisma si è attivata su tutti i fronti. I pasti non sono mai stati strettamente contati. Fatto il conto di coloro che si erano prenotati, ne sono stati aggiunti altri come ‘scorta’, in modo da poter soddisfare la richiesta di qualcuno che magari non poteva raggiungere il Centro”.

Qual è il suo stato d’animo?

“Sono molto amareggiata dal comportamento delle due associazioni che hanno accusato l’Admi senza conoscere alcune dinamiche dei fatti: lo definirei a dir poco penoso. Sono però confortata dalle tante attestazioni di stima che mi sono arrivate dalle persone con le quali mi sono rapportata, che hanno riconosciuto la mia professionalità nello svolgimento del mio ruolo di volontaria, tra cui anche questa famiglia di sfollati, che, nonostante i problemi che sta vivendo, avendo la casa distrutta dal terremoto, si è recata spontaneamente al Comune per sottoscrivere la dichiarazione di smentita”.

A quel punto non ci rimaneva altro che contattare la famiglia in questione: “Abbiamo la casa completamente inagibile, non abbiamo neanche il cucinino, altrimenti non saremmo andati al Centro di accoglienza. Quando siamo arrivati il giorno dell’Epifania, abbiamo trovato gente fredda, indifferente, che ci ha umiliato dicendoci che per mangiare ci saremmo dovuti iscrivere prima. Mio marito si è adirato e ha alzato la voce. Non volevamo mangiare per forza. Chiedevamo solo di essere compresi. L’unica persona che ci è stata vicina è stata la signora Sonia (Bianco, ndr.): ci ha detto subito che per la bambina non ci sarebbero stati problemi, mentre per gli adulti avrebbe verificato e ci avrebbe fatto sapere immediatamente. Quando abbiamo saputo di questa polemica, senza esitazione, siamo andati al Comune a manifestare la nostra solidarietà alla signora Sonia, rilasciando una dichiarazione scritta”.

Scusate, ma a quale associazione appartengono i volontari che vi hanno rifiutato il pasto?

“Non li conosciamo e non sappiamo a quale associazione appartengano”.

Rosalba Mazza