Lo avevano assoggettato economicamente attraverso minacce, intimidazioni, pressioni psicologiche e soprattutto la continua richiesta di “pizzo”. Alla fine li denuncia e li fa arrestare. Un episodio esemplare avvenuto a Mascalucia (Catania), dove stamattina i carabinieri della Compagnia di Gravina di Catania, dopo articolate indagini coordinate dalla Procura Distrettuale del capoluogo etneo, su ordinanza del Gip, hanno arrestato  Antonio DI STEFANO, nato a Catania il 19.05.1978, e Pietro VITTORIO Pietro, nato a Catania il 10.04.1978.

Pietro Vittorio

Antonio Di Stefano

Il provvedimento è stato emesso in relazione ad un episodio di estorsione continuata pluriaggravata anche dal metodo mafioso, dato che i pregiudicati hanno agito avvalendosi di condizioni di assoggettamento ed intimidazione delle vittime in nome del clan “Santapaola-Ercolano” del quale da sempre fanno parte.

Le indagini condotte dal Nucleo operativo e radiomobile di Gravina hanno consentito di accertare un’attività estorsiva commessa dagli indagati ai danni di un commerciante di Mascalucia, costringendolo al versamento periodico di una somma di denaro in contanti, a titolo di “pizzo” con l’ unica finalità di agevolare il clan mafioso di appartenenza anche attraverso “azioni di coartazione psicologica, nei confronti della vittima”.

Gli elementi di prova raccolti a seguito di un’ intensa attività investigativa, corroborata da un’attività di osservazione, di pedinamento e di monitoraggio dei soggetti, nonché dall’acquisizione di filmati video, estratti da telecamere di sorveglianza dislocate sul territorio e “grazie anche alla collaborazione da parte delle vittime che hanno confermato le ipotesi accusatorie”, hanno consentito di attribuire univocamente la responsabilità delle condotte criminose nei confronti del gruppo di Lineri appartenente al clan “Santapaola-Ercolano”.

“L’esecuzione dell’ordinanza – scrivono i magistrati – ha consentito di intervenire al fine di contrastare il preoccupante fenomeno delle estorsioni in danno di attività commerciali e la recrudescenza nell’area di competenza dei Carabinieri di Gravina di Catania e più precisamente nel comune di Mascalucia”.

Barbara Contrafatto