“Rassicuro i cittadini di Belpasso: l’elettrodotto non passerà nelle vicinanze del centro abitato e neanche delle frazioni. Sarà realizzato alla Piana di Catania, dove magari ci sarà un effetto impattante dal punto di vista ambientale, ma sul piano della salute possiamo stare tranquilli”.

Il sindaco di Belpasso (Catania) Daniele Motta, dà la sua spiegazione in merito alla vicenda dell’elettrodotto che passerà dal suo territorio. Il tema è entrato nel dibattito cittadino dopo un recente comunicato stampa in cui l’Amministrazione comunale ha usato toni trionfalistici su un “contributo compensativo” pattuito con Terna – l’ente preposto per il trasporto dell’energia elettrica e per la realizzazione degli elettrodotti in Italia – per l’ultimazione di un’opera (la Casa Albergo per gli anziani) incompiuta da trent’anni, in cambio del passaggio della mega struttura dal territorio belpassese. In quel comunicato si faceva propaganda su una circostanza certamente importante come il completamento della “Casa Albergo” (che secondo il nuovo progetto finanziato da Terna diventerà una scuola), ma si tralasciava una notizia fondamentale per l’opinione pubblica: gli eventuali effetti negativi dell’elettrodotto.

Signor sindaco, su questo ci saremmo aspettati – certamente non da ora – una maggiore informazione da parte del Comune e un dibattito pubblico fra Amministrazione e cittadini. Prima di tutto sulla localizzazione del sito, poi sulla distanza che intercorre fra questo, il centro abitato e le frazioni, quindi sulla nocività che impianti del genere causano alla salute degli abitanti, infine sull’impatto ambientale che danneggerà le attività agricole e agrituristiche di quella zona.

Il sindaco di Belpasso, Daniele Motta. Sopra: l’elettrodotto in Abruzzo

 

“L’accordo fra Terna e Comune di Belpasso è stato stipulato otto anni fa. Non comprendo quale dibattito si sarebbe dovuto fare oggi, dato che tutto è stato stabilito allora”.

Infatti solo ora, signor sindaco, scopriamo che sull’argomento, da otto anni, c’è un silenzio tombale. A maggior ragione se enti autorevoli come l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) e l’Istituto Ramazzini di Bologna, dopo aver condotto delle approfondite ricerche, ci informano che la lunga esposizione ai campi elettromagnetici generati dagli elettrodotti causano diverse forme tumorali soprattutto infantili, specie se questo fenomeno si verifica nel raggio di cinquecento metri da una struttura invasiva come questa.

“Questa storia – spiega Motta – inizia nel 2010, quando l’assessorato regionale all’Energia sottoscrisse un accordo con Terna per il passaggio di questo elettrodotto che attraverserà i territori di Augusta, Priolo, Melilli, Carlentini, Catania, Motta Sant’Anastasia, Belpasso e Paternò. La legge prevede delle opere compensative: sono stati calcolati 8 milioni e mezzo di Euro da ripartire fra questi comuni. A Belpasso andranno 1milione e 110mila Euro. A fronte di questo è stato pensato un intervento per riqualificare la Casa Albergo per anziani, inserita da anni nel registro delle opere incompiute della Regione Sicilia: la ‘Casa’ diventerà una scuola materna con dieci aule, dato che le strutture preposte a questo tipo di attività sono tuttora in affitto. Tutte le altre speculazioni sulla materia, francamente, non le raccolgo”.

In che senso speculazioni?

“Magari qualcuno dice che stiamo deturpando il territorio. Signori, è un elettrodotto. Ci lamentiamo che non abbiamo una rete moderna, ma quando le infrastrutture vengono realizzate ci lamentiamo lo stesso. Cosa dovremmo fare? Far passare l’elettrodotto dagli altri sette comuni e da Belpasso no? Opporci? È un accordo stipulato a livello nazionale e regionale. Anche se ci fossimo opposti, ci avrebbero bypassato. È la stessa discussione che si fa sui ponti telefonici: tutti si lamentano della presenza delle antenne, però tutti utilizzano il telefonino”.

Ci rendiamo conto che questa situazione lei l’ha ereditata e quindi non vogliamo accusarla di nulla, però il Comune un dibattito pubblico avrebbe potuto innescarlo.

“La realizzazione dell’elettrodotto è stata determinata da anni. La questione è rimasta aperta per le opere compensative, poiché ci sono alcuni comuni che chiedono di più. Noi l’abbiamo chiusa: saremo i primi a realizzare una struttura pubblica”.

Si parla di “contributi compensativi”, quindi si presuppone un danno e una sorta di risarcimento? Per cosa?

“Ritengo per il disagio ambientale”.

In che senso?

“Nel senso che si sta facendo, più o meno, quello che si fece negli anni Novanta con la giunta di sinistra guidata da Saro Spina, quando, in cambio di 512 alloggi destinati agli americani della base Nato di Sigonella, la ditta, a scopo ‘compensativo’, costruì una piscina scoperta. All’epoca si gridò allo scandalo, ma di fatto la legge lo prevedeva”.

Quindi gli eventuali squilibri – da quello che comprendiamo – potrebbero riguardare attività agricole o agrituristiche impiantate in quella zona?

“Non so se nel territorio dell’elettrodotto esistano attività del genere, ma dall’osservazione della cartina ognuno potrà farsi un’idea”.

Perché non avete confermato la destinazione originaria della Casa Albergo per anziani?

“Oggi le esigenze sono diverse rispetto ad alcuni decenni fa. Ci sono parecchie richieste: malgrado le nascite zero, la popolazione scolastica di Belpasso è in aumento. E poi è importante eliminare gli affitti. Lo studio di fattibilità è stato redatto dall’esperto che ho nominato: l’ing. Scavo”.

Lei si sente di rassicurare anche la popolazione che vive in campagna, dato che negli ultimi anni si è registrato un forte inurbamento delle zone rurali?

“Possiamo vederlo con la cartina”.

È una cartina aggiornata a oggi?

“No, al 2010. Ma non penso che da allora ad oggi, di case, ne siano state sorte molte”.

Luciano Mirone

3^ puntata