“Ho notato che c’è un ascensore nuovo, è bello”. Così Totò Cuffaro, arrivato al piano parlamentare di Palazzo dei Normanni. L’ultima volta che l’ex presidente della Regione Siciliana ha messo piede all’Ars era il 28 gennaio 2008 quando annunciò le sue dimissioni in seguito alla condanna per favoreggiamento aggravato alla mafia.
“Mi emoziona ritornare qui – dice Cuffaro, relatore in un convegno sulle carceri promosso dal parlamentare regionale Udc Vincenzo Figuccia – ma se devo essere sincero mi sono emozionato di più quando sono rientrato in cella dopo la mia prima ‘uscita’ dal carcere, con i Radicali. Lo avevo promesso ai miei compagni di cella: una volta uscito, avrei fatto di tutto per spiegare che dentro le carceri non ci sono corpi ma persone con i loro diritti”. Alle polemiche mosse in particolare dal M5S, sulla opportunità di farlo intervenire all’Ars, Cuffaro ha replicato: “In carcere ho imparato fra le altre cose a non giudicare me stesso, figuriamoci se posso giudicare gli altri”.

“Quella notte eravamo ‘sotto bombardamento’, non è stata una seduta normale”. Il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè ricorda la seduta del 28 gennaio 2008 quando Totò Cuffaro annunciò a Sala d’Ercole le sue dimissioni da presidente della Regione dopo la condanna per favoreggiamento aggravato alla mafia. Ed anche allora, come oggi, Miccichè era presidente dell’Ars.
Proprio Miccichè è stato uno dei primi, stamane, ad accogliere Cuffaro al piano parlamentare di Palazzo dei Normanni, sede dell’Assemblea regionale siciliana, in occasione del convegno sulle carceri. “Qualcuno ha detto che la presenza di Cuffaro a Palazzo dei Normanni gli fa venire i brividi – ha detto Miccichè, nel corso del suo intervento di saluto al convegno – beh, anche io ho i brividi perché la sua presenza qui è un onore”. Miccichè viene interrotto da un applauso del pubblico, poi rivolgendosi a Cuffaro aggiunge: “L’ho sempre detto, tu sei l’unico che ha pagato per tutti. Totò, qui sei il benvenuto, questa è casa tua”.

Al termine del convegno, l’ex presidente Cuffaro è stato accerchiato da molte persone che erano in sala per ascoltare il suo intervento: amici, conoscenti, politici molti dei quali hanno chiesto di poter fare un selfie con lui. “Quando sono entrato in carcere i selfie non sapevo cosa fossero, forse neppure esistevano” dice Cuffaro, sorridendo. ” Adesso ogni tanto la gente mi ferma per strada per salutarmi e farsi una foto con me – aggiunge – non ho più un ruolo politico, non ho prebende da elargire, quindi se lo fanno vuol dire che sono sinceri”.

Nella foto: l’ex governatore dell’Ars, Totò Cuffaro (immagine Fabio Cimaglia)

Ansa