Ora capisco perché a Catania, per queste amministrative, oltre cento presidenti di seggio si sono ritirati! In buona parte dei casi sono rimasti gli incapaci e tutto è diventato impossibile ed altamente pericoloso. In quella situazione, la possibilità che si sbagli, pur stando attentissimi, è altissima.

Siamo rimaste al seggio, senza mangiare, uscire e dormire per 34 ore ininterrottamente. Alla fine abbiamo richiesto anche l’aiuto dell’ufficio addetto perché venissero a darci una mano a chiudere. Avevamo un ragazzo di 23 anni, certamente intelligente, ma con gravi problemi a leggere, a scrivere e a contare; un altro ragazzo venuto sabato a costituire il seggio, il quale, senza alcun preavviso, non si è presentato alle 6 di domenica, giorno delle votazioni: l’abbiamo potuto sostituire solo nella tarda mattinata, in quanto nessuno voleva accettare l’incarico; un uomo, il giù anziano fra gli scrutatori, che avrei dovuto designare come vice presidente, il quale, oltre a non saper fare la o col bicchiere, alle 5 del mattino, senza salutare o informare nessuno, e mentre stava facendo un importante lavoro di sorveglianza, è sparito e non ha fatto più ritorno al seggio…

Non è finita! L’ultimo campione d’inettitudine ed inerzia mi diceva che non poteva né scrivere né leggere perché non vedeva bene e, a detta sua, soffriva di maculopatia (malattia per la quale si accusa una perdita di visione al centro del campo visivo), quindi va da sé che non era adatto al compito di trascrivere i nomi dei candidati e degli elettori. Non so se esistono dei cellulari adatti a questo tipo di disturbo, perché tutto il tempo lo impegnava a chattare.

Morale della favola: ero l’unica ad avere esperienze come presidente e, fortunatamente, avevo una segretaria, Angela, sperta, intuitiva e con una grandissima capacità di affrontare ogni situazione; una ragazza, Luisa, molto responsabile, intelligente e abilissima nei calcoli e nel trovare gli inghippi, e poi Lina, che se non fosse esistita l’avremmo dovuta inventare! Nominata al volo fra gli scrutatori, in un momento di mancanza numerica, donna del popolo, veloce, attenta, spontanea e immediata, dalle grandi capacità d’intrattenimento. L’unica che, pur rimanendo sempre disponibile e presente, fra le mille cose da scrivere e riscrivere e le battute da cabaret, ogni tanto appoggiava la testa sul banco e, per riprendere le forze, si addormentava per pochi minuti.

Le altre tre, stoicamente, abbiamo resistito 34 ore quasi senza cibo o altri bisogni normalmente fisiologici ed essenziali. Io penso che, senza paura di esagerare, noi quattro donne siamo state fra le eroine e gli eroi delle politiche 2018. Sì, perché per fare i presidenti di seggio, i segretari e gli scrutatori a Catania, bisogna avere un quid di pazienza, di capacità di sopportazione e di ironia notevolmente superiori alla media. Siamo state le ultime a presentare i risultati dei sindaci, a causa di una continua emergenza fra rinunce, incapacità, scomparsa di personale e tanto altro.

I nostri tre baldi uomini del seggio erano abilissimi a far sparire, senza nessuna volontà, schede presenti l’istante prima; a manomettere, inconsapevolmente, elenchi e plichi accuratamente compilati, compromettendo e inficiando dati elettorali importanti e indispensabili. Quando dico “senza nessuna volontà” e “inconsapevolmente” non lo dico per scherzo: non lo facevano per male, erano talmente distratti, talmente inconsapevoli, talmente ‘cca testa ‘nta ll’aria (per usare degli eufemismi), che è successo anche questo.

L’unica soluzione per difendere il seggio era “ammutinarli”, ovvero tenerli il più tempo possibile lontani dal seggio per portare avanti senza pericoli le operazioni di sezione. E allora gli abbiamo dato gli unici compiti possibili: svuotare i cestini, andare a comprare caffè, acqua, caramelle e bon bon. È stato drammatico ma certamente da raccontare!

Una presidente di seggio