“Il boss…olo di casa nostra”. E’ questo il titolo della commedia di Pippo Scammacca che sarà di scena domenica 25 marzo,  alle ore 18,00,  al Teatro Ambasciatori di Catania. La rappresentazione teatrale, per la regia di Giacomo Famoso, conclude la stagione teatrale dell’ associazione artistica e culturale “Luci della ribalta “ presieduta da Salvo Fazio.

Il regista e attore Giacomo Famoso. Sopra: l’attrice Veronica Capeto in una scena della commedia

Una storia che, con la giusta dose di ironia e di comicità e facendo leva su situazioni grottesche e a volte paradossali, insegna che non si può diventare delinquenti dall’oggi al domani. Si deve  saper essere delinquenti. E certo non è il caso dei protagonisti di questa commedia che,  spinti dalla fame e dall’ignoranza,  decidono di organizzare un sequestro di persona. Questi poveracci  non sono certo  come  quelli che  riempiono le pagine dei giornali con i loro delitti efferati, non hanno idea di cosa significhi progettare un sequestro e sopratutto quanto sia grave e pericoloso. In queste azioni avventate l’autore vuole far capire che i mali sociali  della vita, la povertà, la miseria possono portare  ad una devianza anche se è inventata e rocambolesca. Inoltre vuole sottolineare la sproporzione esistente  tra la natura semplice e quasi innocente di questi poveri bisognosi e l’enormità di quanto stanno per compiere  senza capirne la portata criminosa e soprattutto i rischi a cui vanno incontro.

La storia è ambientata in Sicilia  a casa di Don Mimì (Franco Gambino) che vive con la figlia Titina  (Veronica Capeto) e il figlio Luciano (Toni Pasqua). Don Mimì  venuto a sapere che il mafioso Ettore Ciaramella  detto CioCio (Giacomo Famoso) è uscito di carcere. Va a trovarlo e insieme a lui e a Luciano  decidono di fondare una banda malavitosa, coinvolgendo anche il nipote Turi (Salvo Lorenzini ). Eletto come capobanda,  CioCio  assume il nome di “Boss…olo”.  Per colpa della loro spiccata ignoranza non sono  sicuri se il termine giusto sia  boss o boss…olo. Nonostante questa indecisione decidono  di dar vita all’operazione “iatta morta”  che consiste  in un sequestro di persona che permetterebbe loro di risollevarsi un po’ dalla miseria in cui versano. Dopo molte peripezie  i quattro  rapiscono  Sandro Belardi (Angelo Ariosto), però vengono sorpresi dalla zia Ninfa (Agata Bassetti) chiamata da Titina, colpita e insospettita dalle tante esilaranti stranezze del padre. Questa vicenda acquista ulteriori toni farseschi  grazie alla presenza di un ragazzino (Mattia De Luca)  e di un marocchino (Nunzio Rinaldi) e si conclude con la definitiva  esclusione  di CioCio  che viene buttato fuori. Ma c’è un ma: Sandro   pretende che siano rispettati i suoi diritti di “sequestrato” e  rifiuta di andarsene…..cosa succederà? Il finale è a sorpresa. Forse è stato svelato troppo, ma ci sono tutti i presupposti per trascorrere due ore all’insegna di scene accattivanti e di una ironia e comicità incalzanti e lasciarsi “sconvolgere” dalle avventure di quattro poveracci che si improvvisano  boss…oli. Assistente alla regia Sara Lattuca, scenografia  di Franco Sardo, luci e fonica a cura di Coco service, trucco e parrucco “Stili e dintorni”.  Foto di Rosy Barbieri.

Rosalba Mazza