Caso rimborsi, candidati massoni, addii inaspettati. Sono giorni movimentati per il Movimento 5 Stelle con il leader Luigi Di Maio impegnato, nell’ultimo scorcio di campagna elettorale, a fare fronte a tutto. Il candidato premier pentastellato ha adottato da subito la linea dura del “fuori le mele marce” sia contro i ‘furbetti’ delle rendicontazioni sia contro i tre massoni che sono riusciti a bypassare i controlli dei vertici finendo nelle liste dei candidati 5 Stelle alle prossime politiche.

Per quanto riguarda il caso rimborsopoli, mentre le ‘Iene’ parlano di 14 ‘furbetti’ che non hanno restituito quanto dichiarato, con bonifici mai arrivati al fondo per le Pmi, lo staff dei 5 Stelle resta fermo agli 8 nomi resi noti da Luigi Di Maio – Ivan Della Valle, Maurizio Buccarella, Carlo Martelli, Girolamo Pisano, Elisa Bulgarelli, Emanuele Cozzolino, Andrea Cecconi, Silvia Benedetti – ai quali va aggiunto solo quello di Giulia Sarti, che ha denunciato l’ex fidanzato per gli ammanchi, circa 23mila euro, e ha deciso di autosospendersi per non ledere l’immagine del Movimento.

Il caso rimborsopoli ha riportato prepotentemente d’attualità l’ipotesi, per ora accantonata, di mandare in pensione il sistema di rendicontazione attuale – che tra ricevute smarrite, fatture da rendicontare e conti da far quadrare ha dato parecchi grattacapi ai 5 Stelle – stabilendo una quota fissa da devolvere mensilmente, sempre decurtando stipendi e diaria.

La linea del M5S dunque è tolleranza zero nei confronti dei ‘furbetti’ delle rendicontazioni ma soprattuto nei confronti dei tre massoni, Lello Vitiello, Piero Landi e Bruno Azzerboni, che sono stati espulsi dal Movimento per aver fatto parte di logge massoniche e per non averne informato i vertici. Per scongiurare il rischio di dar vita a un ‘limbo’ di parlamentari M5S ripudiati già a inizio legislatura, Di Maio ha scelto di ricorrere alle vie legali. L’obiettivo è provare a impedire l’ingresso in Parlamento dei candidati scomunicati, eliminando così il problema alla radice.

Vitiello, Landi e Azzerboni saranno denunciati dal leader del M5S per danno d’immagine. Ma non solo: “Chiederemo a queste tre persone di andare in Corte d’Appello per rinunciare alla proclamazione”, ha scandito in un video postato ieri su Fb il capo politico pentastellato. Tale richiesta sarà estesa anche ai deputati e ai senatori coinvolti nel caso ‘rimborsopoli’. “I candidati massoni saranno denunciati a prescindere per danno d’immagine”, spiegavano ieri all’Adnkronos fonti autorevoli del Movimento. Per quanto riguarda i ‘furbetti’ dei bonifici, invece, la denuncia per danno d’immagine “sarà sporta solo nel caso in cui questi non dovessero rinunciare alla proclamazione”.

Ma Di Maio si trova a fare i conti anche con l’addio inaspettato dell’europarlamentare David Borrelli, uno dei tre triumviri, insieme a Max Bugani e allo stesso Davide Casaleggio, dell’associazione Rousseau. Borrelli – ormai ex esponente 5 Stelle, attualmente iscritto al gruppo Misto – ha spiegato nei giorni scorsi su Facebook: “Per tredici anni il Movimento è sempre stato la mia casa… Ora è arrivato per me il momento di cambiare percorso”. E ha annunciato la decisione di aderire a un nuovo progetto “un movimento, che nascerà a breve” e che si occuperà “di imprenditori e risparmiatori”.

Adnkronos