Ma allora, in vista delle comunali di giugno, il centrodestra di Belpasso marcerà con un solo candidato a sindaco o si spaccherà come nel 2013? Allo stato sembra valida la seconda ipotesi, malgrado i tentativi di riunire la coalizione portati avanti dal deputato regionale di Forza Italia, Alfio Papale, ex sindaco della cittadina etnea, il quale ha provato invano a ricomporre il fronte berluscon-musumeciano, che da cinque anni a Belpasso si presenta diviso: da un lato lo schieramento capeggiato dallo stesso Papale, dall’altro quello “autonomista” capeggiato dall’attuale sindaco Carlo Caputo, con la leadership di quest’ultimo che appare sempre più appannata a vantaggio di Giuseppe Zitelli, ex vicesindaco, diventato deputato regionale di “Diventerà bellissima” (movimento del governatore Nello Musumeci) grazie anche al forte sostegno del primo cittadino.

Dalle regionali di novembre, di acqua sotto i ponti sembra esserne passata tanta: Zitelli appare sempre più saldo sulla sua poltrona, mentre Caputo dà l’impressione che abbia perso gradualmente la forza di cui disponeva fino allo scorso 5 dicembre, quando si è messo alla tastiera per comunicare alla cittadinanza che non si sarebbe ricandidato, malgrado i favori dei pronostici. Una mossa apparsa incomprensibile, che comunque ha avuto l’effetto di indebolirlo: il candidato sindaco del suo schieramento non è il vice sindaco Tony Di Mauro (indicato dallo stesso Caputo), ma Daniele Motta, ex assessore di Caputo sì, ma espressione di altre componenti, comprese quelle che fino a poco tempo fa militavano nel Pd.

I parlamentari del centrodestra, sabato in un incontro a Belpasso

Lo stesso Papale – col quale Caputo è in netta rottura da cinque anni, dopo un sodalizio che gli ha consentito di fare il consigliere, l’assessore e il vice sindaco – dice sì di voler riunire la coalizione, ma attraverso un dialogo con Zitelli (col quale da tre mesi siede negli stessi scranni dell’Ars), non con l’attuale sindaco. In poche parole, Papale prova a scardinare il legame fra Zitelli e Caputo, cercando di isolare quest’ultimo. Finora il tentativo dicono che sia stato vano (del resto, se il deputato di “Diventerà bellissima” è a Palermo lo deve in gran parte al sindaco), ma non è detto che col tempo le cose non cambieranno. Anche perché, sia da Palermo che da Roma, in vista delle nazionali di marzo, chiedono unità. E in questo momento, l’unico che risponde “va bene” è Papale. Caputo non risponde e Zitelli… neanche. Fino a quando durerà questo giochetto non si capisce. Le ipotesi sono due: o Caputo si adegua, oppure (se la spaccatura andrà avanti a oltranza) gli scenari potrebbero cambiare, con rapporti di forza che potrebbero indebolire proprio Caputo.

Intanto da fonti interne apprendiamo che il centrodestra belpassese è “irrimediabilmente spaccato”. Ma in politica l’”irrimediabile” di oggi può diventare il “vediamo” di domani e il “probabile” di dopodomani.

Ecco allora che la visita di sabato scorso a Belpasso di alcuni “pezzi da novanta” di Forza Italia catanese (parlamentari europei, nazionali e regionali, Papale compreso) va inserita in questo contesto. Nel corso dell’incontro, si è parlato di politiche del territorio, di futuro e di tanto altro, ma si è parlato di unità, parola che in questo momento il leader della coalizione, Silvio Berlusconi, pronuncia un giorno sì e l’altro pure.

Attualmente a Belpasso è in corso un lavorio sotterraneo che potrebbe portare ad un rimescolamento di carte fino a ieri inimmaginabile: Papale ha fatto tre nomi come possibili suoi candidati: Nino Rapisarda e Pippo Vasta (ex consiglieri comunali), nonché Gregorio Guzzetta, candidato a sindaco nel 2013. Rapisarda dichiara di non volersi candidare. Resterebbero Vasta e Guzzetta. Tutto è rinviato alle idi di marzo. Dopodiché si decide.

Luciano Mirone