“Non c’è più limite all’indecenza e alla vergogna. Vittorio Sgarbi, che già avrebbe dovuto essere rimosso da tempo per le frasi pronunciate contro Nino Di Matteo, accusato ignobilmente di avere tratto vantaggio da un terrificante piano di attentato ai suoi danni, continua la sua campagna contro i pochi simboli credibili di legalità rimasti in un panorama di macerie istituzionali ed etiche, e contro il principio della legge uguale per tutti, anche ed anzitutto per i potenti”.

Questo l’incipit di un comunicato che Manfredo Gennaro – militante antimafia e opinionista di questo giornale – pubblica su change dove nei giorni scorsi, in seguito ad un appello al governatore della Sicilia, Nello Musumeci, ha raccolto 26mila firme perché il critico d’arte Vittorio Sgarbi venisse rimosso dal suo incarico di assessore regionale ai Beni culturali.

“Mentre è in corso di svolgimento – prosegue il comunicato – la requisitoria del processo trattativa Stato-mafia che ha fatto emergere, nel silenzio dei mezzi di informazione, dettagli inquietanti sul passato ed il modus operandi di Mario Mori, l’assessore Sgarbi invita nella ‘sala Mattarella’ dell’Assemblea Regionale Siciliana proprio l’ex direttore del SISDE Mori insieme al coimputato Giuseppe De Donno per la proiezione di un documentario che ne fa l’apologia e rilancia: ‘Il Tribunale di Palermo non può processare lo Stato, processi pure la mafia. Nel comportamento della Procura ci sono profili eversivi’. E definisce addirittura ‘eroi’ i due imputati eccellenti al centro di tanti misteri, facendo eco a Dell’Utri che definì Vittorio Mangano un eroe”.
“Affermazioni”, prosegue la nota, “queste sì!, eversive che, in mancanza di una reazione adeguata, possono però pesantemente influire proprio sull’esito del processo trattativa che sta arrivando a sentenza”.
“Sgarbi – scrive Gennaro – infatti ricopre il ruolo istituzionale di assessore regionale siciliano e non può rilasciare dichiarazioni di questo tenore contro un processo prossimo alla sentenza proprio a Palermo e contro chi rischia la vita solo per aver fatto fino in fondo il proprio dovere nel contrasto alla mafia e a tutte le forme di convivenza e collusione con la medesima, anche da parte di pezzi dello Stato, che ne hanno permesso storicamente il perpetuarsi”.
“Le dichiarazioni di Sgarbi – si legge nel comunicato – eguagliano le peggiori campagne di delegittimazione contro Falcone e Borsellino ed il pool antimafia, e rappresentano un continuo insulto a tutti i siciliani e gli italiani onesti”.

Vittorio Sgarbi e l’ex deputato Pino Giammarinaro a Salemi (Trapani) durante un comizio

“A questo punto – seguita il documento – le Istituzioni non possono esimersi dalle loro responsabilità, a partire dal Presidente della Regione Musumeci che non ha rimosso Sgarbi, al Presidente della Repubblica Mattarella, che non ha reagito in alcun modo a queste dichiarazioni che minano alle basi i fondamenti stessi della nostra convivenza civile stabiliti dalla Costituzione: l’autonomia e l’indipendenza della magistratura e il suo ruolo di controllo verso il potere politico che è soggetto alla Legge”.
Poi una richiesta: “Chiediamo a chi non lo ha ancora fatto di firmare e condividere la petizione cui, nonostante l’ostracismo mediatico, hanno già aderito quasi 26.000 cittadini. Chiediamo inoltre alle associazioni di aderire e agli organi di informazioni di informare sulla stessa”.
“Per non concedere ulteriori alibi a chi con la propria benevola inerzia sta permettendo tutto ciò, le adesioni già raccolte saranno consegnate entro pochi giorni al Presidente della Regione Siciliana Musumeci e agli altri destinatari, il Presidente della Repubblica Mattarella e il presidente del Senato Pietro Grasso e quello della Camera Laura Boldini”.
“La possibilità di cambiare il corso delle cose – conclude la nota – risiede, in questo momento difficilissimo per la tenuta del nostro sistema democratico, in ciascuno di noi e nella sua capacità di agire, esprimendo in modo civile ma deciso ed inequivocabile la propria indignazione verso quanto sta accadendo”.

Barbara Contrafatto