La resa dei conti è solo rinviata al 15 maggio del 2018, ma per il futuro del Taormina Film Festival si prospettano tempi bui, forse più bui di quelli dell’edizione di quest’anno, organizzata in tono nettamente minore rispetto al passato, quando al Teatro antico sfilavano le stelle del firmamento cinematografico di tutto il mondo. Un durissimo contenzioso fra la società belpassese Videobank e Taormina Arte – all’interno del quale opera il Taormina Film Festival – rischia di mettere in ginocchio una manifestazione che un tempo veniva invidiata da rassegne come Cannes e Venezia.

Lino Chiechio. Sopra: il Teatro antico di Taormina durante una manifestazione

“INGENTI PERDITE”. Pomo della discordia: un credito di 350mila Euro che l’azienda di Belpasso (Catania) vanta nei confronti del comitato organizzatore (formato attualmente dal sindaco dell’Area metropolitana di Messina, dal sindaco di Taormina, dal commissario della Provincia regionale di Messina e dal commissario di Taormina Arte) alle prese con “ingenti perdite ed un pesante deficit patrimoniale”, che lo fanno “sopravvivere a stento, con ricavi irrisori e solo grazie ai contributi ricevuti dagli Enti pubblici” (stando almeno alla relazione stilata dal consulente tecnico incaricato dal Tribunale di Messina).

IL MARCHIO PIGNORATO. Nella scorsa primavera la società del general manager Lino Chiechio e dell’amministratrice unica Maria Guardia Pappalardo ha chiesto e ottenuto dal Giudice dell’esecuzione di Messina il pignoramento del marchio del TaoFilmFest, valutato dagli esperti nominati dal Tribunale poco più di 555mila Euro. L’udienza in programma due giorni fa nel capoluogo peloritano è slittata al prossimo 15 maggio, e questo complica le cose, poiché una manifestazione di quel genere – malgrado i problemi che si porta dietro – necessita di essere programmata con ampio anticipo rispetto alla data prevista (giugno). Con questo slittamento aumentano le incertezze, e le incertezze non fanno bene ad un Festival che comunque continua a godere di prestigio internazionale.

Il sindaco di Taormina Eligio Giardina e l’imprenditrice Tiziana Rocca

IL BANDO. La diatriba fra Videobank e Taormina Arte inizia diversi mesi fa, quando per la prima volta dopo molti anni il Comitato istituisce un bando di gara per l’organizzazione dell’evento, affidata nell’ultimo quinquennio direttamente alla Agnus Dei dell’imprenditrice romana Tiziana Rocca.

Un improvviso cambio di rotta imposto dopo che il consigliere comunale di Taormina, Eugenio Raneri, presenta un’interrogazione in Consiglio e un esposto all’Agenzia anticorruzione di Raffaele Cantone su quell’esclusiva riservata alla Rocca.

Risultato: la prima versione del bando viene ritirata subito per diverse anomalie; la seconda, a parere dello stesso consigliere Raneri, è “cucita su misura per la Rocca”, che su ricorso di Videobank viene esclusa dal Tar per delle difformità nella presentazione delle offerte.

GARA A VIDEOBANK. Ad aggiudicarsi la gara è proprio Videobank (sponsor delle passate edizioni) che investe parecchi quattrini per un allestimento “consono alla tradizione”. La società di Chiechio e Pappalardo strappa la partecipazione di artisti del calibro di Russel Crowe (come presidente della giuria), Al Pacino, Francis Ford Coppola, Tim Roth, Price Bosnan, Tim Robbins,  Matthew  Modine, e di tanti attori italiani di prima grandezza. La società belpassese cerca di fare le cose in grande, malgrado il poco tempo a disposizione. Ma deve fermarsi a causa dell’esclusione del Tar, scaturita da un ricorso della Rocca, secondo cui l’azienda siciliana non possiede i requisiti previsti dal bando.

Maria Guardia Pappalardo, amministratore unico di Videobank

“UTILIZZO ABUSIVO DEL MARCHIO”. La querelle genera una confusione incredibile ed un risultato al quale nessuno vuole arrivare. A quel punto la rassegna cinematografica non la organizza né Videobank né Tiziana Rocca, ma in extremis il comitato Taormina Arte coi pochi spiccioli messi a disposizione dagli enti pubblici. Un allestimento varato in tono minore. Che pochi giorni dopo (18 luglio) l’Istituto vendite giudiziarie del Distretto della Corte d’Appello di Messina considera illegittimo: “Questo Istituto – si legge nel provvedimento – è venuto a conoscenza che nonostante il pignoramento notificato l’8 maggio 2017 del marchio in questione, il Comitato Taormina Arte, noncurante di ciò, ha organizzato e realizzato una manifestazione (il Taormina Film Festival, ndr.) dal 6 al 9 luglio 2017, utilizzando abusivamente il marchio pignorato”.

Pertanto, prosegue il documento, “si diffida Il Comitato Taormina Arte… dal compiere qualsiasi atto diretto a sottrarre alla garanzia del credito il predetto titolo di proprietà industriale ed a trarne profitto in alcun modo”.

Morale: Taormina Arte non potrà organizzare la rassegna cinematografica fino a quando il contenzioso verrà definito. Chissà quando…

L’attore francese Gerard Depardieu

ROCCA AL CONTRATTACCO. Nel frattempo Tiziana Rocca passa al contrattacco e pochi giorni dopo (28 luglio) organizza al Teatro antico il prestigioso Festival delle Nazioni (una denominazione ripescata da una vecchia idea di Gian Luigi Rondi) invitando Gerard Depardieu, Carol Bouquet, Ferzan Ozpetec ed altri artisti di fama internazionale. Sarà la prima di una serie di grandi edizioni , promette l’imprenditrice romana. Che, possiamo starne certi, non deporrà le armi.

CONCLUSIONE. Il Taormina Film Festival rischia di rimanere schiacciato dai contenziosi giudiziari da un lato e dalla determinazione della Rocca dall’altro. Non sappiamo come finirà. Gli unici che possono risolvere la questione sono i politici: non quelli taorminesi e messinesi, accusati di avere affossato l’evento, ma quelli palermitani e romani. La parola spetta adesso al nuovo governatore della Sicilia, Nello Musumeci, e al futuro ministro della Cultura. Devono essere loro a prendere in mano la situazione. In caso contrario per il Festival di Taormina sarà notte fonda.

Luciano Mirone