“Il nuovo che avanza” si chiama Riccardo Pellegrino, candidato di Forza Italia all’Assemblea regionale siciliana, e fratello di Gaetano Pellegrino, oggi sotto processo con l’accusa di essere uno degli uomini di fiducia del boss Nuccio Mazzei. E in un comizio organizzato nel popolare quartiere di San Cristoforo di Catania, davanti all’oratorio salesiano delle Salette, loda a squarciagola le gesta del giovane rampollo della famiglia Mazzei, Carmelo, da sempre residente in quel rione, e suo amico.

Il commissario di Forza Italia in Sicilia, Gianfranco Miccichè. Sopra: Riccardo Pellegrino durante il comizio a San Cristoforo

Un messaggio preciso, chiaro, sicuro, quello lanciato al cospetto di decine di persone in visibilio. Sul palco, fra gli altri, il parlamentare di Forza Italia Basilio Catanoso e il coordinatore provinciale dello stesso partito Pippo Arcidiacono, per nulla imbarazzati dalla performance del giovane Pellegrino, sostenitore dell’aspirante governatore del centrodestra Nello Musumeci, presidente della Commissione regionale antimafia, che nei giorni scorsi ha posto seri dubbi sulla candidatura del giovane Pellegrino. Invano.

È Catanoso, all’inizio del comizio, a lodare la figura di  Pellegrino, col quale, dice, “ci conosciamo da poco, forse 20 giorni, ma è bello vedere in un quartiere popolare tutta questa gente. Significa che la politica fornisce risposte”.

Le stesse risposte che poco dopo fornisce lui, il protagonista indiscusso della serata, il neo candidato all’Ars Riccardo Pellegrino, con un discorso che manda in visibilio una folla composta da bambini festanti con tanto di palloncini, e da adulti con magliette con la scritta Pellegrino e il logo di Forza Italia che campeggia al centro. Un discorso che è tutto un programma, un manifesto, il paradigma di una campagna elettorale che riassume in poche battute cos’è la politica in Sicilia, e non solo.

Immaginate la scena: di qua il palco, di fronte i salesiani, poco più in là la casa della famiglia Mazzei, alcuni metri dopo quella dove è cresciuto e ha mosso i primi passi da boss Nitto Santapaola, quindi quella di Aldo Ercolano, rispettivamente mandante e killer del fondatore de I Siciliani, Giuseppe Fava.

Se a Cinisi cento passi separano la casa di Tano Badalamenti da quella di Peppino Impastato, nel quartiere di San Cristoforo i passi che separano le case dei mammasantissima del crimine organizzato da quelle della gente perbene e dalle sedi del Gapa e dell’orchestra Falcone Borsellino, che ogni giorno svolgono un lavoro straordinario per togliere dalla strada decine di ragazzini, sono infinitamente meno, e loro, i capimafia, sono infinitamente di più rispetto alle coppole storte di Cinisi.

E quegli applausi scroscianti per il giovane Pellegrino ne sono la dimostrazione lampante. E anche le parole di ringraziamento di Riccardo per il leader di Forza Italia in Sicilia, quel Gianfranco Miccichè (“Berlusconi non l’ho ancora sentito”, dice) che fino all’ultimo si è opposto alla candidatura di Musumeci. Il quale – volente o nolente – è costretto a fare buon viso a cattivo gioco, sia in campagna elettorale che in caso di insediamento come governatore a Palazzo d’Orleans. I sondaggi lo danno vincente, almeno fino a questo momento, ma a vedere questo spettacolo, una eventuale presidenza Musumeci si prospetta enormemente difficile.

Il leader nazionale di Forza Italia e del centrodestra, Silvio Berlusconi

Durante il comizio c’è l’elogio per Carmelo Mazzei e il disprezzo per la sinistra (con tanto di “chi non salta comunista è”, al quale, superando i freni inibitori della carica che ricoprono, partecipano anche Catanoso e Arcidiacono), quella sinistra che domani alle 18,30 sarà in questo stesso posto con Claudio Fava che terrà un comizio contro i Mazzei, i Santapaola e gli Ercolano.

Ma ecco alcuni passaggi significativi del comizio di Riccardo Pellegrino: “Hanno tentato di uccidere il mio corpo, ma non hanno avuto il potere di uccidere la mia anima… Non abbiamo bisogno di politici che sono venuti qui a pescare voti e se ne sono scappati via… Cosa ha dato la politica in questi anni per questo quartiere a rischio, cosa ha dato la politica per i nostri giovani che qui sono figli di nessuno, vittime e succubi di un sistema (incomprensibile, ndr) che li porta esclusivamente a fare atti i micro e macro criminalità?… Giornalisti ciarlatani di piazza hanno imbrattato i giornali e sono qui presenti stasera senza che io li ho invitati perché loro sono dei magistrati finti, hanno emesso sentenze a loro piacimento…”

E poi in crescendo: “Sì, è vero, le amicizie… Non è qui presente davanti a me, ma mi sento doveroso di citarlo, un giovane che ha riscattato il suo quartiere, e lo nomino a voce alta: Carmelo Mazzei (applausi)… Chi non salta comunista è”. E tutti in coro: “Chi non salta comunista è… Chi non salta comunista è”.

Ai microfoni di Meridionews, Riccardo Pellegrino dirà: “Faccio parte di una coalizione e la mia coalizione appoggerà Musumeci. Riccardo Pellegrino sosterrà Musumeci”.

Giornalista: Fava che decide di fare il comizio a casa sua (ovvero a San Cristoforo, ndr)?

Pellegrino: “Fava è libero, le piazze sono pubbliche, può farlo benissimo, ci mancherebbe, che ben venga, qui è un territorio aperto a tutti”.

Giornalista: il partito Forza Italia le è stato vicino?

Pellegrino: “Tantissimo, tantissimo, soprattutto il partito a livello nazionale e regionale. Non ho sentito Berlusconi, però mi ha aiutato tantissimo il presidente Miccichè, ma anche gli uomini di partito a livello regionale e provinciale”.

Giornalista: Musumeci le aveva dato un ultimatum.

Pellegrino: “Ma Musumeci comanda a casa sua, non nelle liste di Forza Italia. Oggi la mia coalizione sosterrà Musumeci e siccome io sono un uomo di partito sosterrò il presidente Musumeci, persone perbene e corretta”.

Luciano Mirone