Graziano Calanna, sindaco di Bronte, lei recentemente ha chiesto alla Regione che venga dichiarato lo stato di calamità naturale per il pistacchio del suo territorio. Perché?

“La coltivazione del pistacchio è la fonte principale di reddito di questa città. Basti pensare che stanno nascendo delle aziende nuove grazie a dei ragazzi che si sono inseriti in uno spazio che, anche oltreoceano, ha un mercato importante. Se dunque gli eventi meteorologici colpiscono il singolo produttore, finiscono per coinvolgere l’intera economia del territorio. Per la seconda volta il Comune di Bronte ha presentato questa richiesta, sia in favore dei produttori di pistacchio, sia degli allevatori”.

Graziano Calanna, sindaco di Bronte. Sopra: una pianta di pistacchio

Anche degli allevatori?

“La siccità ha provocato danni anche al settore zootenico”.

Perché lo stato di calamità?

“All’inizio dell’estate c’è stata una violenta grandinata nella stessa zona colpita due anni fa. Anche allora fu chiesto lo stato di calamità. Fummo sentiti dall’apposita commissione dell’Ars, ma facemmo solo chiacchiere. Speriamo che adesso ci ascoltino. Ad essere risarciti saranno eventualmente gli operatori economici, non il Comune. Però l’ente, con le sue richieste, dà forza alle istanze dei singoli”.

Quindi lo stato di calamità è stato chiesto per la grandinata?

“Per la grandinata e per la siccità, due eventi che in certe zone hanno ridotto la produzione di pistacchio del 50 per cento”.

La Regione come ha motivato il diniego due anni fa?

“Non lo ha motivato: ci siamo fatti una bella chiacchierata ed è finita così”.

A Bronte, come da tradizione, il pistacchio si raccoglie ad anni alterni. Quest’anno?

“Quest’anno si raccoglie. Lo stato d’animo dei produttori non è dei migliori (a causa della riduzione del prodotto), ma andiamo avanti con lo spirito di sempre”.

È imminente l’Expo del pistacchio (23 e 24 settembre e la settimana successiva 30 settembre e 1 ottobre), che da quando lei si è insediato come sindaco non si chiama più Sagra.

“E’ sempre una sagra, ma anche un’esposizione delle nostre eccellenze, quindi non solo pistacchio, ma anche pesche, pere, mele (rinomate dappertutto) e ovviamente l’artigianato”.

Quali sono le novità di quest’anno?

“Abbiamo formalizzato un accordo con la Pro Loco, che svolge un ottimo lavoro di promozione del territorio. Si è creato un gruppo di lavoro: il Comune ha il compito di assumere le decisioni, ma è la Pro Loco ad avere piena autonomia nell’organizzazione”.

Un momento dell’Expo del pistacchio delle scorse edizioni

Cosa prevede l’accordo?

“Che il Comune dia un contributo fisso non ancora quantificato (fra i 15 e i 20mila Euro) alla Pro Loco, che si assume l’onere del resto della spesa, compreso quindi il rischio economico”.

In che senso?

“Se per esempio occorreranno 50mila Euro per organizzare la manifestazione, sarà la Pro Loco a compensare la cifra. Ma se ci sarà un guadagno questo andrà alla Pro Loco. Questo consentirà al Comune di organizzare per bene l’evento più importante dell’anno, senza spendere le cifre delle scorse edizioni (250-300mila Euro) e contemporaneamente di valorizzare molti giovani che fanno parte della Pro Loco”.

Finora la Pro Loco che ruolo ha avuto nell’organizzazione?

“Di aiuto, ma non di primo piano. Ora stiamo cercando di decentralizzare, pur essendo co-organizzatori”.

Quando lei si insediò, nel 2015, decise di ridurre molti stand nella via principale e di concentrarli in piazza Spedalieri, l’unica del percorso, per dare la possibilità ai visitatori – così ha dichiarato – di gustare le bellezze del centro storico. L’impressione è che quell’iniziativa non sia stata recepita da tutti. Ci saranno novità?

“Sono stato eletto per andare incontro alle esigenze della gente. Forse questa innovazione non ha riscontrato il fine che ci siamo prefissati. L’idea era ed è quella di creare un polo di eccellenza del pistacchio, ma poiché l’unica piazza che abbiamo nel percorso non può contenere più di 14 stand, riporteremo molte strutture sul corso, facendo il Salone dell’eccellenza in piazza Spedalieri”.

Quali sono le prospettive della manifestazione?

“Che si valorizzi pienamente il pistacchio di Bronte attraverso una denominazione visibile a tutti che ne garantisca l’origine. Stessa cosa succederà con il pistacchio proveniente da altri Stati. Lo scopo è quello di non creare mistificazioni fra i vari tipi di prodotto. Puntiamo molto sulla qualità. Dall’anno prossimo faremo delle visite guidate fra il centro di Bronte e il Castello di Nelson (attualmente in ristrutturazione), un’altra perla del nostro territorio”.

Barbara Contrafatto