“Se i migranti verranno a Paternò faremo le barricate”. Parola del sindaco Nino Naso. Come ha reagito il mondo dei social alle dichiarazioni del primo cittadino di questo comune di 50mila abitanti in provincia di Catania? Quale è stato l’effetto dopo le frasi del sindaco alla notizia che 52 rifugiati politici dovrebbero essere sistemati – come da accordo fra la prefettura di Catania e la precedente Amministrazione di centro sinistra – in una palazzina da adibire a centro di accoglienza? Cosa ha detto di preciso Naso al quotidiano La Sicilia? “Ho detto chiaramente che la città non è pronta. Non sono razzista ma non possiamo accogliere migranti. Abbiamo un problema di micro e macro criminalità che non ci permette di creare nuove tensioni”. Ma il pezzo forte è questo: “Siamo assolutamente contro, pronti a fare le barricate sull’argomento”.

E anche questo: “Allerteremo la città e faremo le battaglie. Paternò non può sopportare un simile atto”.

Poi modula meglio: “Paternò non è capace di gestire e guidare un simile processo, già c’è una realtà, quella dei minori non accompagnati, che sta creando tanti problemi alle forze dell’ordine, pensate se si può sopportare anche questo”.

Il sindaco di Paternò, Nino Naso

E vediamo ora cosa abbiamo colto (ovviamente attraverso la parzialità delle amicizie di cui disponiamo su fb) dal mondo di facebook.

Gaetano Pulvirenti: “Mi piacerebbe conoscere il parere della Chiesa locale, se mai esprimerà un parere”. Frase quest’ultima accompagnata da un passo del Vangelo: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”.

Maria Gennaro: “Mamma mia Gaetano, quanto siamo caduti in basso! E quanti passi indietro!!!”.

Matilde Pino: “Il muro di Paternò…”

Consolato Cavallaro: “Bella la frase: ‘noi non siamo razzisti, ma gli immigrati non li vogliamo”.

Di nuovo Gaetano Pulvirenti: “Sconcertante!”

Consolato Cavallaro: “Bisogna assecondare l’ideologia di massa espressa nei social, specie a 40 giorni dalle elezioni”.

Francesco Finocchiaro: Tema complesso. Inquinato da troppi interessi nascosti (non sempre umanitari). Questo ci rende diffidenti. L’accoglienza è una cosa. Predisporla affinché diventi inclusione è utile ma se si tratta di parcheggiare (a pagamento) 50 persone diventa complicato. Ergo. Vorrei sapere dove. Chi. Come. Se possono diventare una risorsa per la comunità (che significa dignità) oppure qualcuno sta lucrando con un modello di accoglienza purtroppo già di moda. Insomma dire sì o no significa sapere. Vorrei sapere.

Gaetano Pulvirenti: “Una comunità di 50.000 abitanti che non sa o non vuole accogliere 50 persone (1 ogni 1.000) è una comunità molto più povera delle persone da accogliere: questo lo so certamente”.

Francesco Finocchiaro: Il principio è indiscutibile. Il resto merita approfondimento. Comprendi che un progetto di accoglienza/inclusione deve essere riconoscibile. Non vorrei che si riduca tutto a un sì o un no. O che sia un problema tutto della chiesa. Ieri l’istat ha dichiarato che il PIL sale per il contributo degli immigrati. Ma quelli accolti/inclusi non fatti prigionieri da speculatori di carne umana. Per questo chiedo di sapere nel dettaglio come accogliere 50 uomini in difficoltà”.

Gaetano Pulvirenti: “Ci sono dei temi su cui possiamo discutere ma non incidere, forse marginalmente. A noi viene chiesto di accogliere o no queste persone e questa responsabilità tocca a noi. C’è chi pensa di fare barricate e chi pensa che è disumano non accogliere. Tu da che parte stai?”

Francesco Finocchiaro: “Mi sembra chiaro cosa penso. Ma sento il dovere di uscire da una forma diffusa di superficialità rispetto a questi temi presentati con formule si/no. Anche per far capire a chi fa barricate a priori che esiste una terza via. Il progetto dell’accoglienza… No agli slogan si ai progetti… Mi sono rotto di frasi fatte… Vuote e strumentali… Io ti chiedo (lo chiedo a chi ha il dovere di farlo) come. Dove. Chi. Tu poi dire sì ma devi aiutare a capire come, dove, chi”.

Gaetano Pulvirenti: “Io sono sempre disponibile a progettare l’accoglienza. Ma qui siamo in una fase preistorica: ancora non è arrivato l’umanesimo. Qui c’è un problema culturale importante che è ancor più preoccupante dell’accoglienza dei 50 migranti”.

Francesco Finocchiaro: “e non è l’unica. Ma partiamo dalla cultura del progetto… Ti prego. In caso contrario restiamo nella preistoria”.

Emilia Russo: “Certe dichiarazioni fanno rabbrividire, immagino che il sindaco affermi di non essere razzista”.

Gaetano Pulvirenti: “Ovvio. Dice: noi non siamo razzisti ma non li vogliamo”.

Questo è quanto abbiamo trovato sui social. Se dovessero esserci pareri diversi rispetto a quelli emersi, siamo disponibili ad ospitarli.

Luciano Mirone