Un vero momentaccio per Donald Trump. Il G7 che si svolgerà a Taormina il 26 e il 27 maggio potrebbe acuire i suoi problemi. Il “colpo decisivo” – come dichiara il protagonista di questa storia – potrebbe arrivargli dal nuovo film che il regista americano Michael  Moore sta realizzando su di lui. E vista la pellicola precedente (“Fahrenheit 9/11”) – un’inchiesta esplosiva sui legami dell’ex presidente degli Stati Uniti George W. Bush con Osama Bin Laden, e sui retroscena legati alla strage dell’11 settembre – per il nuovo inquilino della Casa Bianca non c’è da stare molto allegri.

Moore ha affermato che proprio in questi giorni verranno siglati al Festival del cinema di Cannes – dove il regista vinse nel 2004 la Palma d’oro proprio con “Fahrenheit 9/11” – gli accordi per la distribuzione del suo nuovo film su Trump, realizzato, dice, “per tirarci fuori da questo casino”, i cui diritti mondiali sono stati acquistati da Bob and Harvey Weinstein.

Il nuovo lavoro si intitolerà “Fahrenheit 11/9”, una dicitura simile a quella del 2004, ma a date invertite, con un riferimento al giorno delle ultime elezioni americane, quando Donald Trump pur ottenendo circa 2 milioni e mezzo di voti in meno sulla rivale Hillary Clinton, ha vinto grazie ai consensi dei Grandi elettori.

Secondo le rivelazioni che stanno trapelando dall’inchiesta sul Russiagate, dietro il voto del 2016 ci sarebbe il sistema informatico manovrato da Mosca. E anche se ancora non emerge “come” i russi potrebbero aver condizionato le elezioni, è probabilmente su questo argomento che si incentrerà la pellicola, con un’attenzione che potrebbe essere focalizzata sui giorni che hanno preceduto le elezioni e sui giorni successivi. Perché è forse da quei giorni che bisogna partire per comprendere se davvero c’è stata un’ingerenza esterna a determinare il nuovo presidente degli Stati Uniti. Una cosa è certa: i sondaggi – che fino a poche ore prima davano in netto vantaggio Hillary – sono stati clamorosamente smentiti dai risultati. Dunque, o i sondaggisti sono diventati improvvisamente incompetenti, oppure potrebbe essere successa qualcosa. Cosa potrebbe essere svelato dalla nuova opera di uno dei registi più scomodi del mondo.

Moore comunque, già parecchi mesi prima, aveva predetto che Trump avrebbe vinto. Per il nuovo documentario ha riunito la stessa squadra del film sugli attentati dell’11 settembre 2001.

Le riprese – secondo l’Adnkronos – sono avvenute in grande segretezza e Moore assicura che il film romperà lo schermo di teflon che ammanta la presidenza di Trump e il muro di gomma della sua comunicazione. “Non importa cosa gli sia stato scagliato contro, non ha funzionato. Non importa cosa viene rivelato perché resta in piedi. I fatti, la realtà e i cervelli non possono sconfiggerlo. Anche quando si ferisce da solo, la mattina seguente va avanti e twitta”, ha dichiarato Moore in una nota. “Tutto ciò avrà fine con questo film”, assicura. Questo a pochi giorni dal G7 di Taormina.

Luciano Mirone