Il super magistrato antimafia Nino Di Matteo potrebbe lasciare Palermo per trasferirsi a Roma presso la Direzione nazionale antimafia. Adesso potrebbe essere la volta giusta. Il pm del processo Trattativa potrebbe accettare, dato che, come si ricorderà, nello scorso novembre, aveva rifiutato il trasferimento nella stessa Superprocura in quanto l’offerta era scattata per “motivi di sicurezza” e non attraverso le vie ordinarie, come il magistrato avrebbe voluto.  L’emergenza nei suoi confronti era scattata a causa delle minacce da parte dei boss Matteo Messina Denaro (una lettera), e Totò Riina, che dal carcere, in più occasioni, aveva lanciato strali di morte contro il magistrato. Alcuni mesi fa un’altra intercettazione di un presunto mafioso che ha vietato alla figlia di frequentare il circolo del tennis dove spesso di reca il pm “che devono ammazzare col tritolo”. E di tritolo si è sempre parlato, in questi anni, come arma per eliminare il magistrato.

“Accettare un trasferimento – dichiarò Di Matteo in quella occasione – con una procedura straordinaria connessa solo a ragioni di sicurezza costituirebbe, secondo me, solo un segnale di resa personale ed istituzionale che non intendo dare”. E poi: “La mia aspirazione professionale è quella di andare alla Direzione Nazionale Antimafia (Dna), ma solo se venissi nominato dopo una normale procedura concorsuale”.

Una polemica indiretta nei confronti del Csm che tempo fa non prese in considerazione la sua proposta di un passaggio alla Superprocura antimafia per “mancanza di titoli sufficienti”, a fronte di un’attività contro Cosa nostra che da molti anni lo vede in prima linea, non solo con una scorta che gli sta alle calcagna ventiquattro ore su ventiquattro, ma addirittura con sofisticati dispositivi anti attentato come il bomb jammer capaci di intercettare materiale esplosivo anche a parecchi metri di distanza.

Adesso accogliendo la domanda di Nino Di Matteo, la Terza Commissione del Csm ha proposto al plenum all’unanimità di assegnare a lui uno dei 5 posti di sostituto procuratore da coprire alla Direzione nazionale antimafia.

Luciano Mirone