A Catania le due sinistre, quella “radicale” e quella del sindaco Enzo Bianco, sono ai ferri corti. Ultimo atto di una guerra contrassegnata da denunce, esposti, comunicati stampa e volantini, una querela per diffamazione presentata dallo stesso Bianco contro Matteo Iannitti, 28 anni, leader del movimento “Catania Bene Comune”, candidatosi nel 2013 alla carica di sindaco come “alternativa a Bianco”. Malgrado la richiesta di archiviazione della Procura, il primo cittadino si è opposto e adesso si aspetta la decisione del Gip.

Ma al di là dell’epilogo giudiziario, questa storia mette a nudo la diversità fra due culture che da Belluno a Capo Passero sembrano inconciliabili, specie a Catania dove le variabili che destabilizzano i rapporti a sinistra sono soprattutto tre: Mario Ciancio, editore-direttore del quotidiano “La Sicilia”, nonché proprietario di alcune emittenti televisive fra cui Telecolor, accusato dai magistrati etnei di concorso esterno in associazione mafiosa; le presunte infiltrazioni mafiose in Consiglio comunale; e “le alleanze fra il centrosinistra con gli esponenti dell’ex governatore Raffaele Lombardo (condannato in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa) e degli ex sindaci Umberto Scapagnini e Raffaele Stancanelli (centrodestra)”.

Matteo Iannitti. Sopra: Enzo Bianco e Mario Ciancio (foto Meridionews)

Malgrado l’attesa della decisione del Gip, Matteo Iannitti non si scompone e continua la sua attività di “opposizione intransigente”. La querela di Bianco scaturisce da un comunicato stampa che “Catania Bene Comune” tempo fa ha diffuso – e che il giornalista Marco Benanti, querelato anche lui, ha ripreso sul giornale online che dirige – in merito a una intercettazione telefonica intercorsa fra il sindaco di Catania e Ciancio sulla vicenda del Pua (Piano urbanistico attuativo) che “prevede affari giganteschi e una cementificazione massiccia in una delle zone più belle e incontaminate della città”.

Ce n’è abbastanza, secondo noi, per parlare di nuovo “Caso Catania” (una vicenda che si riproduce ciclicamente) sia per i presunti rapporti che – seppure a vari livelli – intercorrono fra istituzioni ed entità non proprio limpide della città, sia per questa fortissima conflittualità fra le varie anime della sinistra.

Ecco perché abbiamo ritenuto di sentire Matteo Iannitti. Ecco perché abbiamo cercato di comprendere perché lui e il suo Movimento si pongono come strenui oppositori di una giunta composta, ricordiamolo, anche da pezzi storici dell’ex Pci come gli assessori Orazio Licandro e Saro D’Agata, informando il lettore che contatteremo l’ufficio stampa del sindaco per ottenere un’intervista anche con lui, e sollevandoci da ogni responsabilità in caso di diniego.

Il giornalista Marco Benanti (a sinistra)

Iannitti, parliamo dei motivi per i quali lei e il giornalista Marco Benanti siete stati querelati: i rapporti fra Bianco e Ciancio.

“Bianco in campagna elettorale invita Mario Ciancio al suo compleanno. Questo per dire qual è il rapporto tra i due. Dopodiché, attraverso una intercettazione effettuata dai Carabinieri durante le indagini su Ciancio, si scopre una telefonata in cui il futuro sindaco chiama l’editore per dirgli che sul Pua in Consiglio comunale è andato tutto bene. Badiamo bene: è anche il periodo pre-campagna elettorale. Ciancio, con grande confidenza, tenta di far capire che non bisogna parlare al telefono facendo in modo di liquidare la situazione. Bianco, alla luce della votazione sul Pua (questa l’interpretazione dei Carabinieri), raccomanda a Ciancio di garantire una presenza dei suoi organi di informazione in occasione della sua apertura ufficiale della campagna elettorale. ‘Non c’è problema’, risponde l’editore. ‘L’evento sarà seguito dalla giornalista Michela Giuffrida (oggi parlamentare europea del Pd)”.

Cosa dimostra tutto questo?

“Tre fatti gravissimi. 1) Una subalternità di un candidato sindaco verso gli speculatori edilizi. La variante Pua non è una variante come un’altra: è il passaggio da agricolo a edificabile di una delle parti più importanti della città; un’area che va dall’aeroporto alla zona industriale passando dalla Playa. Quella superficie che ha valore X, domani potrebbe valere X più un milione. 2) In quel momento, come detto, Ciancio era  indagato e in attesa di un eventuale rinvio a giudizio (poi emesso dal giudice, ndr) per un’accusa molto grave: le questioni riguardano tra l’altro le varianti urbanistiche relative al centro commerciale ‘Porte di Catania’ e alle contrade agricole diventate edificabili, di cui Ciancio era proprietario”.

E il terzo?

“In molti non ne hanno parlato, ma è grave che alcuni soci della società che gestisce gli affari del Pua, secondo gli inquirenti, abbiano avuto dei contatti con la criminalità organizzata. Che c’entra Ciancio in tutto questo? Perché lui è così interessato a quel progetto? Certo, è proprietario di buona parte di quei terreni, ma che c’entra lui con la società Stella polare? Su questo l’editore de ‘La Sicilia’ non risponde, però io Ciancio l’ho incontrato”.

In che senso?

“Durante la campagna elettorale del 2013, tutti i candidati a sindaco (tranne Lidia Adorno del M5S, che ha rifiutato il dibattito) siamo andati a Telecolor per una trasmissione condotta da Michela Giuffrida. In quella occasione, proprio nell’emittente di Ciancio (limitrofa alla redazione de ‘La Sicilia’), parlai del Pua rinfacciando a Bianco di aver candidato nelle sue liste uno dei progettisti, tale Mimmo Di Paola (poi non eletto)”.

Quindi?

“A fine trasmissione, mentre fuori commentavo la trasmissione con degli amici, arrivò la segretaria di Ciancio: ‘La vuole incontrare il direttore’. ‘Minchia, e ora?’. Ero un po’ a disagio, ma andai. Arrivai nell’ufficio di Ciancio, dove trovai l’editore ed uno stuolo di giornalisti”.

Perché questo invito?

“All’inizio puntualizzò che certi attacchi nei suoi confronti non erano opportuni, ma l’argomento principale era il Pua. Mi chiese cosa ne pensavo del progetto. Ripetei quello che avevo detto in trasmissione, ovvero che ci sono collaboratori di giustizia che parlano di un grosso affare alla Playa sul quale mettere le mani. Ciancio spiegò che si trattava di un grande progetto di rilancio economico della città. Mi propose anche di incontrare Bissoli (rappresentante della società Stella polare) per avere più chiara la situazione”.

Solo questo?

“No. Poi aggiunse: ‘Iannitti, lei quanti voti pensa di prendere?’. Al che mi misi a ridere: ‘Direttore, non lo so: l’un per cento’ (alla fine fu quasi il due, ndr). E lui: ‘Ma allora ha senso parlare con lei?”.

Secondo lei, quell’area come deve essere valorizzata?

“Deve rimanere con gli alberi di eucalipto che permettono di bloccare le dune di sabbia e di drenare i potenziali allagamenti, dato che si tratta di una superficie paludosa. Se un imprenditore vuole costruire è giusto che lo faccia, ma riqualificando le aree dismesse come l’ex mercato ortofrutticolo, l’ex mercato ittico, l’ex cementificio del porto, l’ex cartiera di San Giuseppe la Rena. A Catania ne abbiamo tanto di cemento da riciclare, ma l’area della Playa non va invasa. Questo dissi a Ciancio in quella occasione”.

La Commissione regionale antimafia parla di infiltrazioni mafiose in Consiglio comunale.

“La Commissione dice che in Consiglio ci sono una serie di parenti di mafiosi. Una notizia accertata anche dalla prefettura. Qualsiasi amministratore avrebbe chiesto al prefetto e al ministero dell’Interno di istituire una Commissione d’accesso al Comune di Catania”.

Perché?

“Per chiarire se queste presenze hanno provocato dei condizionamenti. La Commissione non è stata istituita, non solo perché Bianco non l’ha richiesta, ma perché l’ex prefetto si è assunto delle grosse responsabilità”.

L’inaugurazione della discoteca Empire (foto Live Sicilia)

Perché attaccate la giunta anche sulla vicenda della discoteca Empire?

“Perché c’era una partnership fra Comune, Accademia di Belle arti ed Empire per abbellire la Strada degli artisti (come è stata battezzata) dove è situata la discoteca, con evidente profitto per quell’attività commerciale. L’Empire appartiene a Mimmo Di Bella, considerato dai magistrati come il presunto prestanome del boss Ieni”.

Quindi che succede?

“Succede che l’inaugurazione della Strada viene fatta dal sindaco Bianco, dall’assessore Licandro e da Mimmo Di Bella”.

Bianco e Licandro erano consapevoli di chi fosse Di Bella?

“L’operazione Atlantide della Procura di Catania risale al 2007, l’Empire era stato sequestrato. La Strada degli artisti è stata inaugurata nell’ottobre 2015, quindi molti anni dopo”.

Qual è la situazione attuale a Palazzo degli elefanti, sede del Comune di Catania?

“Abbiamo una serie di casi aperti: una delle posizioni più critiche è quella del consigliere Pellegrino (centrodestra), il cui fratello è considerato dalla Magistratura vicino al clan Mazzei. Un’altra questione riguarda il presidente della VI Municipalità di Librino, Lorenzo Leone: la magistratura afferma che suo fratello abbia fatto l’esattore del pizzo per conto del clan Santapaola nello stesso quartiere dove Leone gestisce il Patronato e la municipalità. Un’altra posizione anomala è quella della consigliera Erika Marco (lista Crocetta-il Megafono): in primo luogo perché, secondo la prefettura, suo padre è inserito nel contesto di una indagine per mafia; in secondo perché la madre (ma ancora c’è il riserbo più assoluto da parte della magistratura e della stampa) è stata rimossa in tronco dall’Istituto musicale Bellini per vicende che riguardano la gestione finanziaria dell’ente. Tutto questo pesa sull’attività amministrativa. L’ultima dichiarazione del prefetto riguardava il coinvolgimento della presidente del Consiglio comunale Francesca Raciti: il padre è stato citato da alcuni mafiosi. Rispetto a tutto questo ci chiediamo: perché non si vuole fare chiarezza? È vero che la società del padre di Erika Marco si è aggiudicata alcuni appalti pubblici?”.

Quali?

“Per esempio la rotonda di piazza Galatea e gli impianti antincendio del Teatro Bellini. Se, come dice la prefettura, questo signore è sotto inchiesta per mafia, come la mettiamo? Ecco perché è importante istituire una Commissione di accesso”.

Luciano Mirone

1^ Puntata. Continua