Si surriscalda la politica a Palermo in vista delle elezioni comunali. È l’ex capomafia del quartiere Borgo Vecchio, Giuseppe Tantillo, oggi collaboratore di giustizia, ad arroventare il clima con le accuse di voto di scambio politico-mafioso rivolte al candidato sindaco Fabrizio Ferrandelli. Un addebito grave, certamente da verificare, ma che non tranquillizza i sonni dell’enfant prodige della politica palermitana. Il quale , secondo il pentito (che dall’estate scorsa ha cominciato a raccontare alcuni retroscena legati a presunti rapporti mafia-politica), si sarebbe rivolto a lui durante la campagna elettorale del 2012, quando Ferrandelli andò al ballottaggio con Leoluca Orlando, dopo aver vinto le primarie con Rita Borsellino. Primarie che furono contrassegnate da aspre polemiche per le denunce presentate dai sostenitori della Borsellino di infiltrazioni da parte di soggetti elettoralmente lontani dal centrosinistra presso il seggio dei quartieri a più alta densità mafiosa.

Le successive elezioni furono vinte da Orlando, che si candidò contro Ferrandelli per rompere – a suo dire – l’inciucio alla Regione fra una parte del centrosinistra e l’allora governatore Raffaele Lombardo. Malgrado lo scetticismo di molti, Orlando stravinse al secondo turno e diventò per la quinta volta sindaco del capoluogo siciliano. Proprio in quella tornata – secondo Tantillo –Fabrizio si sarebbe rivolto al boss del Borgo Vecchio per ottenere i suoi voti.

È stato lo stesso Ferrandelli a dare pubblicamente la notizia dell’invito a comparire davanti ai magistrati la prossima settimana, quando lui stesso spiegherà – come ha dichiarato oggi – in modo più specifico in motivi per i quali è accusato. Al primo piano del suo comitato elettorale, in piazza Sturzo, nel pomeriggio, sono arrivati molti sostenitori del giovane candidato.  “Sono tranquillo”, ha detto Ferrandelli. “Lunedì dovrei essere sentito dai magistrati. Sto continuando a lavorare perché sono in campagna elettorale”.

Situazione complicata dentro il M5S

Si complica intanto la situazione anche all’interno del Movimento 5 Stelle di Palermo in vista del voto comunale.

I cinque esperti grafici chiamati dalla Procura per appurare la validità delle firme depositate per le elezioni comunali del 2012, hanno contato ben 200 autografi irregolari presentati dal M5S. Questo coinvolgerebbe tredici persone fra parlamentari nazionali e regionali del Movimento.  Ad occuparsi dell’inchiesta il procuratore aggiunto Dino Petralia e il pm Claudia Ferrari.
Intanto a causa delle polemiche, delle incomprensioni e dei dissidi interni, la lista dei candidati che parteciperà alle “comunarie” del M5S, da cinque si è ridotta a due: a sfidarsi saranno il fondatore di Addiopizzo Ugo Forello e l’esponente del sindacato di polizia Igor Gelarda. Uno dei due sarà il candidato alla poltrona più alta di Palazzo delle Aquile.

Che comunque vede il sindaco uscente Leoluca Orlando più favorito che mai, specie adesso che la classifica del Sole 24 Ore lo colloca al trentesimo posto nella classifica nazionale per quanto riguarda il gradimento popolare. Non si tratta di un ottimo piazzamento, ma bisogna considerare che in un solo anno Orlando ha scalato ben trenta posizioni, superando amministratori del centro nord con compiti molto più agevoli rispetto al sindaco di una città complessa come Palermo.

Luciano Mirone