Anche se i contrari sono in netta maggioranza, qualche sì (appena due) all’inceneritore che la giunta comunale di Motta Sant’Anastasia vuole realizzare nel suo territorio lo abbiamo registrato. Pochini in verità – almeno nel contesto del dibattito che si è innescato spontaneamente su questo giornale – ma sufficienti (e anche pungenti) per sollecitare una discussione molto animata.

Vediamo dunque cosa pensano i lettori de L’Informazione su una tematica che sta mobilitando moltissimi cittadini della Valle del Simeto, specialmente quelli che vivono nei comuni che aderiscono al Patto del fiume, ovvero Paternò, Motta, Adrano, Biancavilla, Belpasso, Santa Maria di Licodia, Ragalna, Centuripe, Troina e Regalbuto, ai quali si aggiungono gli abitanti di Misterbianco che si oppongono alla discarica.

Ad aprire le danze con dichiarazioni favorevoli all’inceneritore è “Scelte Civili”, che lo scorso 28 dicembre scrive:  “Un progetto del genere, se venisse proposto in una regione del Nord Italia, incontrerebbe gli stessi ostacoli come in questa “misera” Sicilia…? Un’opera così importante posta agli umori di qualche “miserabile” commissione consiliare…? …che “miserabile” terra…!!!”

Nessun commento favorevole o contrario in quell’occasione.

Nel frattempo il giornale ha continuato a seguire da vicino gli sviluppi della vicenda, ma per alcuni giorni lo spazio dedicato ai lettori è rimasto vuoto.

Un momento della protesta del Comitato No discarica di Misterbianco. Sopra: la manifestazione contro l’inceneritore di Motta svoltasi sabato scorso.

A riaprire le danze, il 6 gennaio, ci ha pensato Emmanuele S., che interviene così: “Dire No inceneritore (prima era No discarica) senza porci il problema dell’alternativa, sia sul territorio sia su scala regionale, EQUIVALE ad essere corresponsabili di tale emergenza”. Quindi il lettore, dal ragionamento generale passa a quello particolare: “Se non mettiamo sul tavolo della trattativa un impianto alternativo di lavorazione e smaltimento dei rifiuti già differenziati attraverso processi non termici e non al plasma (che non sia ovviamente incenerimento), la gestione dei rifiuti rimarrà una emergenza”. In pratica Emmanuele S. si dichiara contro gli inceneritori, ma dice che bisogna creare strutture per smaltire la differenziata.

Nello stesso giorno, con lo slogan “il diavolo brucia, Dio ricicla”, interviene Paolo Guarnaccia: “Chiamiamolo semplicemente INCENERITORE, perché questo tipo di impianto non valorizza un bel niente. Esistono alternative migliori sotto l’aspetto sociale, economico, occupazionale, ambientale e culturale”.
Il 7 gennaio prosegue un lettore che si firma “Jaffiu”: “C’era un progetto bellissimo che ho seguito qualche anno fa, quello dell’ingegnere Paolo Plescia: il thor. Se ne parlò un pochino, dopodiché non se ne seppe più nulla. Io quella macchina la vidi lavorare a Torrenova, in Sicilia, e devo dire che è davvero un sistema eccellente, economico ed ecocompatibile”.

Il dibattito si interrompe per alcuni giorni, ma si riapre in modo vivace ieri 19 gennaio, quando questo giornale pubblica l’intervista al sindaco di Paternò Mauro Mangano, portavoce del Patto del fiume e componente del Consiglio di amministrazione dell’Srr (Società raccolta rifiuti).

Il commento che Antonio fa alle 10 del mattino è una scudisciata nei confronti di chi non vuole la struttura: “Io direi da cittadino che non trovo oggi ALTERNATIVE ALL’INCENERITORE. Tutto il resto sono solo chiacchiere che da tanti decenni portiamo avanti senza successo. Non credo sia meglio vedere quelle MONTAGNE DI IMMONDIZIA, che nessuno è mai riuscito a smaltire e che qualche altra nazione riesce a far diventare ECONOMIA ED ENERGIA”.

Alle 14,27 si fa sentire Anna Bonforte: “Esattamente il punto di vista di un cittadino disinformato e poco attento alla salute, al diritto, e alla legalità. Non era presente al dibattito, hanno partecipato 3 diversi professori universitari per dire che non si debbono e non è opportuno farli (gli inceneritori) ma lui il cittadino scognito e disinformato …che le montagne d’immondizia manco le vede e le annusa perché non le ha dietro casa, dispensa il suo consiglio “autorevole”.

Un’ora dopo è la volta di Angelo Naso: “Quando il punto di vista disinformato è del cittadino comune, non ci sono grandi conseguenze: la lacuna può essere colmata facilmente, basta che il cittadino lo voglia. I dati reali, registrati da istituti come l’ISPRA, sono alla portata di tutti i cittadini che vogliono e sanno leggerli. La disinformazione di un primo cittadino, invece, è pericolosa perché ha ripercussioni su un’intera comunità che, in questo caso, comprende gli abitanti della Valle del Simeto. Se la disinformazione si trasforma in presunzione e se questa porta all’ostinazione nel leggere in maniera errata i dati dell’ISPRA, allora non è più questione di volontà ma di interessi personali”.

Pochi minuti dopo riecco Paolo Guarnaccia, con un appello: “Caro cittadino Antonio, in quelle montagne di immondizia potrebbero esserci tanti posti di lavoro, tante opportunità per le imprese locali, tanta energia pulita, tanto senso di comunità, tanta educazione alla sostenibilità, se tutti insieme, cittadini, imprese, esperti e istituzioni scegliessimo con forza, coraggio e convinzione il percorso verso RIFIUTI ZERO, vera alternativa all’incenerimento, concreta occasione di sostenibilità e di democrazia partecipativa”.

Circa un’ora dopo interviene Giuseppe Lo Bianco: “ Mi addolora molto sapere che c’è gente che pensa che incenerire sia meglio che sporcare. Incenerire vuol dire bruciare irrimediabilmente ogni sostanza e permettere che le nano-particelle si depositino nei nostri polmoni e nel terreno in cui viviamo. Oltretutto con un po’ di civiltà si può anche non sporcare e riciclare”.

In serata chiude il dibattito Giuseppe: “Ci sono in Italia e nel mondo realtà (non chiacchiere come le chiami tu) dove il problema rifiuti lo hanno risolto a monte con la raccolta differenziata: non ci sono montagne di rifiuti per le strade e si ottiene una sensibile riduzione dei costi di conferimento in discarica, con la vendita dei materiali riciclabili e la conseguente diminuzione delle bollette per i cittadini. Chi vuole risolvere il problema a valle (e cioè con gli inceneritori) fa un danno perché il costo è alto in termini economici, di salute, con l’arricchimento di pochi”.

Barbara Contrafatto