Un nuovo e piccolo quotidiano che cercherà di raccontare tanto, partendo dalla Sicilia per andare follemente e utopicamente oltre. Perché se è vero, per dirla con Goethe, che “per capire l’Italia bisogna andare in Sicilia”, è anche vero che per essere liberi bisogna raccontare i fatti in modo completo, dando democraticamente la parola a tutti, con la consapevolezza che non esiste la tua o la mia verità, ma la verità. Che non ammette sconti, censure, pressioni, minacce o ricatti più o meno psicologici.

Spesso la Sicilia è al centro di straordinari fenomeni: filosofici, letterari, giornalistici, politici. Basti pensare che dal dopoguerra (lo scrittore tedesco aveva precorso i tempi) ci sono state situazioni che hanno condizionato, nel bene e nel male, la vita di questo Paese: lo sbarco degli anglo-americani nell’Isola, la prima strage di Stato, Sturzo, Scelba, Milazzo, Mattarella, Leoluca Orlando, Dell’Utri, Cuffaro, Falcone, Borsellino, dalla Chiesa, gli otto giornalisti eliminati da Cosa nostra (Cristina, De Mauro, Spampinato, Impastato, Francese, Fava, Rostagno, Alfano), metafora di una democrazia incompiuta in un Paese eternamente immaturo eppure pieno di energie straordinarie.

Ma parlare di Sicilia, andando oltre, significa raccontare i tanti aspetti positivi che la caratterizzano: i simboli civili che operano ogni giorno per il riscatto di questa Nazione, oltre alle donne, agli uomini e ai movimenti di avanguardia che cercano di cambiare il nostro futuro. Un futuro pieno di incognite a causa delle guerre (vi dice niente il Muos, installato nel cuore della Sicilia, il radar più potente del mondo, che secondo autorevoli scienziati emette delle onde elettromagnetiche che possono causare gravi malattie come il cancro e la leucemia per gli abitanti dell’intera Isola), dei cambiamenti climatici, della corruzione e delle mafie.

Un giornale può raccontare tutto questo partendo dal locale, non per restare grettamente provinciale, ma per abbracciare il globale. Andare oltre vuol dire questo. Ma anche offrire un microfono ad intellettuali, artisti, esponenti del volontariato e dell’associazionismo, insostituibili interpreti di un mondo che cambia; fare delle inchieste che nessuno fa, raccontare il personaggio della porta accanto che non apparirà mai in Tv.

Insomma, molta strada e poco Palazzo attraverso i fatti descritti con onestà, rigore e umiltà. Per far comprendere a tutti il nesso fra le responsabilità politiche e il sottosviluppo, la cattiva qualità della vita,  la corruzione e la collusione.

Sono trascorsi sedici anni da quando questo giornale ha visto la luce. Per un quindicennio è uscito come periodico cartaceo – dapprima in bianco e nero, poi a colori – specializzato nella pubblicazione di numeri monografici. Più tardi, parallelamente al cartaceo, è uscito come organo online, con inchieste su tantissime vicende di attualità, come i casi di Attilio Manca e di Adolfo Parmaliana (che inseriamo come link consultabile da tutti). Siamo fieri di queste inchieste, su cui siamo convinti che – nel buio in cui molti vogliono tenerci – abbiamo contribuito a fare luce, o dei baraccati di Messina, o del Ponte sullo Stretto o di tanto altro che, pur avendo come epicentro la Sicilia, interessano anche molti lettori non siciliani.

Il primo numero cercherà di dare una dimostrazione concreta di questo modello giornalistico, partendo  da questo editoriale, seguito da una serie di articoli che hanno lo scopo di darvi un senso dei contenuti che vogliamo offrirvi.

Tutto questo è reso possibile grazie ad imprenditori e ad amici che ci hanno dato fiducia. Non sappiamo come definire questa cosa: una follia, rivoluzione, una scommessa. Forse tutte e tre le cose, forse nessuna delle tre. Vedremo.

L’Informazione