Diffido del Dissenso che finge di combattere il Potere.
Diffido del Dissenso che (di nascosto) va a letto col Potere. 
Diffido del Dissenso che diventa Potere.
Diffido del Potere che gestisce il Dissenso. 
Diffido del Potere che, attraverso il Dissenso, manipola le masse.

La frase che avete appena letto è stata elaborata e “postata” qualche giorno fa su facebook dal sottoscritto mentre osservava il fenomeno – uno dei tanti che ogni giorno ci capitano sotto gli occhi – del potere che gestisce il dissenso. Evito di fare riferimento a fatti e personaggi che il lettore non conosce, ma probabilmente ognuno potrà applicare questo articolo alla propria realtà.

Una premessa è d’obbligo: quando parliamo di potere, non dobbiamo pensare soltanto a chi occupa la “stanza dei bottoni”. Dobbiamo pensare alle mille sfaccettature del potere, alle seconde e alle terze linee di esso, alle cosiddette “zone grigie” che vanno identificate con l’anticamera del potere, e che difficilmente sono riconoscibili. Ma ci sono…

Altra premessa. Quando si parla di potere non si intende generalizzare: esiste un potere “buono”, fatto di persone che mettono al primo posto l’etica e il Bene comune, ed un potere guasto, fatto di persone che mettono al primo posto gli affari, il compromesso e il carrierismo più bieco. Questo articolo, ovviamente, si riferisce al secondo caso.

Chiarito il senso della parola “potere”, bisogna chiarire il significato della parola “dissenso”. L’enciclopedia Wikipedia ne dà il seguente significato: “E’ un sentimento o una filosofia attraverso cui si manifesta disaccordo oppure opposizione nei confronti di un’idea (ad esempio l’orientamento politico di un governo)”.

Dunque la parola “dissenso” contiene implicitamente il concetto di “opposizione”, fondamentale in una democrazia come quella italiana, nella quale una seria opposizione non avrebbe consentito le storture che hanno determinato lo sfaldamento del Paese.

La condizione essenziale per fare opposizione è la libertà. Ma non basta. Si può e si deve esercitare liberamente il dissenso attraverso l’onestà (intellettuale ed etica), il coraggio e la coerenza. Senza queste precondizioni (libertà, onestà, coraggio e coerenza) non avremo mai una democrazia compiuta perché non avremo mai cittadini veri, con la conseguenza che continueremo ad assistere inermi a tutte le storture che affliggono il nostro Paese. Secondo voi esiste un nesso fra queste storture e le ambiguità delle “zone grigie”? La criminalità che sotterra i rifiuti tossici (con conseguenze devastanti per la salute delle persone); i politici che rapinano il rapinabile; la disoccupazione che aumenta a ritmi vertiginosi; le migliori intelligenze costrette ad emigrare per trovare lavoro; le morti negli ospedali per malasanità e tanto altro sono causati solo dal potere “visibile” o da tutte quelle persone che, indossando la maschera dell’opposizione, sono funzionali al sistema?

Vittorio Sgarbi – che difende un condannato come Berlusconi, suo datore di lavoro e suo riferimento politico per tanti anni – può essere definito un intellettuale libero? Certi cronisti che nascondono le storture della politica possono essere definiti giornalisti liberi? Milioni di cittadini che danno il voto al potere mafioso e corrotto, possono essere considerati cittadini liberi?

Di queste “zone grigie” l’Italia è piena, da Roma alla periferia. Ecco perché diffido del potere che gestisce il dissenso. Non solo diffido, ma lo considero pericoloso. Il seguace di Marcello Dell’Utri o di Raffaele Lombardo che organizza iniziative contro la mafia, è da considerare solamente ambiguo, o anche pericoloso perché spesso si presenta con la faccia pulita del bravo ragazzo? L’Amministratore comunale che vota un progetto di cementificazione selvaggia e al tempo stesso partecipa alla manifestazione contro la cementificazione selvaggia, non è da considerare pericolosa? E il fascista che parla di democrazia, e il direttore di giornale che parla male del potere e poi ci va a letto?

Perché costoro sono da definirsi pericolosi? 1) Perché agendo in maniera occulta ingannano un sacco di gente; 2) Perché attraverso una serie di iniziative apparentemente positive ottengono visibilità e consenso; 3) Perché hanno due finalità: a) rafforzano quel sistema dentro il quale sono annidati; b) cercano di neutralizzare coloro che esercitano in modo libero ed onesto il dissenso attraverso l’organizzazione di manifestazioni speculari.

Una parolina a parte meritano gli “ingenui” che sistematicamente ci cascano. Magari ne parliamo un’altra volta.